ere, ci diamo tutti da fare perché sembri pessimo; se è corretto e scr itto btne;. ci· sforziamo di dimenticarlo) e facciamo del tutto perchè gli altri lo dimentichino; mentre se appena appena è bitonoJ basta che uno o due solon i vadano in estasi, perchè ci afjanniamo tutti dietro a loro) a scrivere che fi nalmente abbiamo il pontefice, cioè il capolavoro. Io confesserò che) a leggere il libro di Lampedusa, da principio) mi cz~ sono divertito)· ma a un certo punto al diletto s'è accompagnata l a noia) e poi ìa noia ha preso il sopravvento; e soltanto nelle ultime pagine ) quando fa fretta di conchiudere non consente all'autore di indugiare nel suo contrappunto, il libro m'ha afferrato di nuovo, finendo per così dire in bellezza. Ma supponiamo per 1.t11, momento che il Tornasi, z'l suo romanzo, anzichè scriverlo a settanta, l'avesse scritto a trenta o anche a quaran ta anni: che sarebbe accaduto di questo romanziere, non più tardivo e inasp ettato? ,4 mio avviso non sarebbe uscito da questa alternativa: o avrebbe ripos ato sugli allori, come han fatto da noi tanti scrittori che hanrio detto tutto in un libro solo, e in que-llo si son bruciati da cima a fondo; o avrebbe fatto c ome altri più o meno avventurati esperti del'la penna che, scritto un libro buono, e debitamente acclamato, per trenta o quaranta anni hann,o continu ato a riscriverlo, ammorbando se stessi e gli altri. A qitesto destino mi par e difficile che il Tornasi, con tutta l'ammirazione per il suo unico libro, pote sse sfuggire. Ed io ritengo che la sua sorte, tu,tto sommato, sia stata la mig liore. Ha fatto centro, o c'è andato abbastanza vicirio, quando più non gli res tava tempo per guastarsi questa crepuscolare gloria letteraria. Gu1no BorrA Siamo lieti di pubblicare questa lettera dell'amico Guido Botta; e anc ora più saremmo lieti se di essa si avvalessero altri nostri amici e colla boratori - come di un punto di partenza, come di un'apertura - per contrib uire anche dalle nostre pagine, con altre lettere come questa, alla interess ante, e forse non del tutto infeconda, discussione che, accesa dalla pubblicazio ne del « Gattopardo », sembra investire ora il bilancio stesso della narrativa italiana contemporanea (11. d. d.). [120] Bibliotecaginobianco·
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