s·ualità tutta isolana) che spinge i due giovani a cercarsi di minuto in minuto ,iell'impeto dei loro istinti strenuamente stimolati e fortunosamente dominati; c'è in più quel darsi la caccia, inarrestabile e tenerissimo, _che sarà destinato a restare - così scrive il Tornasi - come la stagione favolosa della· loro memoria. Ma il fondale è quello) con in più un pizzico di Emily Bronte e fors'anche di Poe, per quel sinistro, anche se splendidamente eccitante, inseguirsi nelle cento stanze dove si cela, e prontamente rivive al primo tocco umano, la storia di personaggi nebulosi e unici, come quel principe-santo che rinchiudeva gelosamente nel suo armadio gli strumenti di tortura) con i quali) nel segreto del suo isolamento) so leva flagellarsi. Troppi nomi) si dirà, troppi richiami a questo o quello dei grandi narratori di tutti i tempi. E ciò sembrerebbe insieme un segno di biasimo e un bfasone di nobiltà letteraria per questo libro: quasi l'assenso a coloro che lo qualificano come il capo1 lavoro di una generazione. Ma quale? A quale mai generazione appartiene il Tomasi) che attraverso cinquant'anni di lettura ha spigolato attraverso la narrativa di tutte le 'lingue e di tutti i tempi, da ciascuna delle sue esperienze di lettore assumendo un'astuzia, una touinure, un incanto, e maliziosamente investendola nel suo romanzo? E questo, caro Direttore, mi sembra il primo punto da mettere in chiaro: il carattere indicibilmente composito del libro del Tornasi, dove, in certe fasi, specialmente verso il termine, si ritrovano addirittura le rotture tipiche del più sboccato dei neoveris1ni. E cito ad esempio quel dialogo, che naturalmente ad a'lcuni è parso bellissimo, e a me sembra del tutto caduco, nel qual'e il Principe di Salina e il Sedàra, il nuovo e l'antico, discorrono cinicamente sul tempo che la spedizione di Garibaldi ha appena. iriaugurato, e che entrambi giudicano con un certo disincantato realismo. L'uno, il Sedàra, pone naturalmente un tantino di compiacenza a rilevare i carnbiamenti, non tutti subitanei per quanto lo riguarda, che hanno, a un dipresso, capovolto la scala sociale; l'altro indugia con amarezza sugli aspetti, non tutti a lui favorevoli, del nuovo regime: che ha fatto, per la verità, più danni nel costume e neglù spiriti che sulle piante catastali, almeno per il momento; ma non è detto che non sia proprio questo a dispiacergli di più. Ed è comico come i due, che si trovavano sino a pochì anni prima ai due estremi di una millenaria gerarchia sociale., si incontrano, a mezza via o giù di lì, per lamentarsi, con comuni accenti., dell'invadenza dei plebei. Il Sedàra, che ha già fatto i quattrini e che mira a nobilitarli mediante un blasone d'acquisto, è certamente il più violento dei due. Ma sboccati., e in che misura, lo sono entrambi: cosicchè chi sentisse le loro confidenze in questa fase, non sospetterebbe davvero di trovarsi di fronte a due prediletti della società, uno in ascesa., l'altro in declino., che stanno combinando 1 lln matrimonio destinato ad apparigliarli., altre che ad appfi.r~n.t.ar.l.i. Una punta di neoverismo, si diceva; e quant'altre mai scuole, [118] Bibliotecaginobianco ·
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