dei maggiori e diretti protagonisti della politica italiana. Porre il dilemma tra politica di « apertura a sinistra )) e politica di « alternativa )), e sottolineare l'urgenza di una scelta, non significava quindi invitare a discutere in astratto sulla superiorità di questa o di quella formula (e del resto, il dibattito politico non si svolgeva appunto su queste formule?), bensì scegliere tra le prospettive che concretamente si offrivano all'una o all'altra politica che le formule sottintendevano e compendiavano. Era evidente che le due posizioni - l'una fedele alla continuità della politica di centrosinistra che sembrava accettata dalla maggioranza democristiana dopo le elezioni del 25 maggio 1958, l'altra che invece respingeva ogni forma di collaborazione diretta e anche indiretta con la D.C. da parte di radicali, repubblicani, socialisti, socialdemocratici - implicavano le possibilità dei futuri schieramenti, in una parola le possibilità future della politica italiana. Si poteva factlmente prevedere che in difetto di una scelta tempestiva, o soltanto con l'allineamento dei partiti del centro-sinistra sulla tesi socialista dell'« alternativa)), il precario equilibrio su cui si manteneva la posizione dell 'on. Fanfani sia alla segreteria del partito democristiano sia al governo si sarebbe alterato, con conseguenze gravi e largamente imprevedibili. Infatti, dopo il Congresso socialista di Napoli c'è stata la crisi del governo dell'on. Fanfani e il ritiro di quest'ultimo dalla segreteria del partito democristiano; abbiamo assistito alla rivolta dei « notabili )) di Iniziativa democratica; abbiamo visto il partito di maggioranza relativa digerire, con estrema disinvoltura, una reale apertura a destra voluta da Segni e dai suoi alleati. Non staremo ad indagare perchè questi fatti, che · hanno mutato profondamente i termini della lotta politica, rimescolato e sconvolto posizioni di gruppi e di correnti, siano potuti accadere. Nè ricorderemo la querelle delle responsabilità in cui si trovarono implicati alcuni settori della sinistra laica, e precisamente quelli che hanno rappresentanti propri in Parlamento, come il Partito repubblicano, che respinsero l'accusa di aver provocato essi la caduta di Fanfani e della formula di centrosinistra. La questione è irrilevante quando si pensi che la posizione del governo, già difficile, era diventata addirittura insostenibile dopo il Congresso socialista, e soprattutto dopo che s'era potuto constatare che nel campo dei partiti della sinistra democratica si plaudiva alle scelte di quel congresso. Giova però avvertire che la crisi del governo Fanfani e della · [10] Bibliotecaginobianco •
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