editori ed esegeti priniari del romanzo avevano precalcolato. In altre parole, i lettori scettici o prevenuti, e i critici che hanno fatto lega, apertamente d silenziosamente, con i primi che leggendo il romarizo pronunziarono un inesorabile verdetto di conda·nna. Per strano che sia, si è arrivati al punto che un giudizio obiettivo sul testo non può più, farsi, poichè altri motivi, certamente più contirigenti, ma anche più pressanti, convincono gli eventuali giudici ad allinearsi, consapevolmente o non, con l'una o con faltra schiera. E questo è cer~a1nente mortificante, che un dibattito che dovrebbe tenersi a livello relativarnente alto - l'eccelso è di rado raggiitngibile, meno che mai di questi giorni - si svt~ Zuppi invece come una disputa passionale e talvolta interessata: sul tipo di quella che, tanto per fare un esempio, trascina in intemperanze vocali e se·n.- timentali i << pupettist,: » o i << taninisti » di un celebre processo, che ha visto il suo epilogo nei giorni scorsi. Con1e mai si possa imbastire un, serio discorso letterario in questo clima in cui anche i letterati, diciamo così, professionali si sono divisi, più. o 1neno equamente, in << gattopardiani « e oppositori, questo resta ancora da stabilire. E non va trascurato che coloro che hanno avuto il merito - su questo punto non c'è dubbio - di offrire in pasto ai lettori il manoscritto del Tornasi sono così sicu,ri della propria scelta che non tollerano vie di mezzo tra il capolavoro e l'aborto. Insomma, secorido loro, o questo libro è un capostipite, destinato a fruttificare nel terreno ormai inaridito Jella narrativa italiana, o non è niente. È inam1nissibile per costoro, che si tratta di un libro discreto, anche se disitguale, o che addirittura non sia un. romanzo, ma una specie di lungo saggio, anirnato e rallegrat,o da una serie di _aforismi e di considerazioni più o men,o amare che contrassegnano poi le peculiari virtù del Principe di Salina. Entrando nel merito del romanzo, se si persiste a definirlo tale, i dubbi diventario angosciosi: e la stessa agiografia, così proritamente fiorita intorno alla figitra dello scrittore, è il motivo di 1,t11,a perplessità non secondaria. La pena che si sono presi tutti coloro che 1~gnoravano l'esistenza del Principe di Lampedusa fino al momento dell'incontro con il libro, di andare a scavare fra le proprie e le altrui memorie quelle rela- ,tive alle rarissime appariziorii dello scrittore nella repubblica delle lettere, . ha del patetico; ma diciamolo fra di noi, rasenta anche 'la più genuina delle idiozie. Ci sono biografi frettolosi, che tengono a parere bene informati, i quali sono afjannati a rammentare, con dovizia di particolari, che il nobiluomo siciliano fece la sua comparsa durante una manifestazione letteraria organizzata in una cittadina termale, nel corso della quale 12 letterati piiì o meno arrivati, tennero a battesimo altrettanti aspiranti alle glorie del Parnaso. Punto di incontro di queste memorie pressantemente sollecitate è il cugin.o del Tornasi, quel Lucio Picco.lo che, sotto il patrocinio di Eugenio Montp,le) si rivelò con una costellazione lirica, oggi del resto accolta in una fII6l Bibliotecaginobianco
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