facoltà di ingegneria (di cui civili 835, architetti 196) . . » di fisica (di cui una buona parte si dedica all'insegnamento) . . . . . . . . . . . . » di chimica . . . . . . . . . . . » di chimica industriale . . . . . . . . . Totale • • • • 1.229 112 607 198 11. 728 In 20 anni avremo così preparato 235.000 individui, il 15 % di quello che sarebbe necessario » (5). Il principale fattore limitativo dello sviluppo appare quindi costituito dallo scarso livello culturale delle forze di lavoro; alla penuria di una mano d'opera ,capace si aggiunge la mancanza di tecnici qualificati: la ristrettezza· della nostra classe dirigente produttiva si rivela così un fenomeno altrettanto grave e importante che la vasta plaga dell'analfabetismo. L'insieme di questi dati e di queste osservazioni sostanzialmente concordanti anche se provenienti da persone aventi preparazione, responsabilità ed esperienza profondamente diverse, ci deve essere di stimolo per trarne delle conclusioni precise. Sono le capacità tecniche degli uomini, di tutta ]a popolazione - dalla classe dirigente ai contadini, agli operai - sono la somma di tutte queste capacità che costituiscono il fattore essenziale, primario di un armonico, duraturo sviluppo economico. Il limite primo delle possibilità dello sviluppo italiano è dato dalla carenza di queste capacità. La soluzione di questo problema deve quindi costituire l'impegno fondamentale della società italiana; e akuni istituti della Comunità Eco_nomica Europea - il Fo·ndo Sociale, il fondo per la formazione professionale nell'agricoltura, per es. - se utilizzati con larghezza di vedute, potranno efficacemente contribuire all'immenso sforzo che sarà necessario per risolvere questi nostri secola1 i problemi. III - Conclusioni 15. - La problematica da noi sollevata non ha purtroppo alcunchè di originale; invero di essa si prese chiara coscienza un secolo fa: questi problemi, che sembrano nuovi perchè si riveston·o di apparenze moderne, si presentavano con analoghe interdipendenze e con urgenze simili al momento dell'unificazione italiana. Infatti riflettendo ai problemi dell'economia italiana di fronte al mercato comune, ci siamo imbattuti in un discorso tenuto (5) G. Martinoli: « L'automazione e la necessità di una adeguata preparazione culturale in Italia». Atti del Convegno sui problemi dell'automatismo - Milano 1956. [113] Bibliotecaginobianco
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