La concordanza delle autorevoli opinioni citate ci porta a concludere che anche l'economia .italiana dovrà beneficiare di un gener ale incremento della produttività, con positive conseguenze sul reddito global e. Ma affinchè questi positivi risultati non rimangano parziali, limitati a un solo settore produttivo, occorre che si affronti con coraggio e decìsio,n e il più grave problema dell'economia italiana, l'arretratezza cioè dell'agri coltura: senza una decisiva trasformazione delle strutture produttive agrico le, tutti i vantaggi che possono derivare all'Italia dall'instaurazione del mercato comune ri&Chiano di essere precari. L'aocentuarsi delle divergenze fr a settore e seL tore nel ritmo di sviluppo finisce infatti col frenare anche l'espansione dei settori più dinamici, dato il relativo contrarsi delle capacità d i asso,rbimento degli altri prodotti da parte dei settori a sviluppo ridotto. 12. - Come abbiamo già detto più sopra, l'elemento più chiaro risultante dal raffronto delle strutture produttive europee è la grande arretra. tezza dell'agricoltura italiana, dovuta innanzi tutto all'eccessiv a popolazione gravante sul settore agri1 colo. Cosi, se è esatto che occorre sollecitare. con ogni mezzo, lo sviluppo dell'agricoltura, è necessario innanzi tutto preve_ dere un vasto trasferimento di mano d'opera dal settore agrico lo a quello industriale: iniziativa indispensabile, del resto contemplata anch e nello schema Vanoni che prevedeva una riduzione del 30 % circa degli addetti all'agricoltura; condizione primordiale per ogni successivo sviluppo. Una diminuzione della pressione « umana » sull'agricoltura costituirebbe, da sola, un faL tore di ridimensionamento produttivo del settore agricolo, facilitando l'eliminazione di molti di quegli elementi di arretratezza che ab biamo constatato più sopra. La riduzione di circa il 30 % della mano d'opera agricola, determina11do una diminuzjone della densità di lavoro agric olo, incrementerebbe direttamente il saggio di produttività del settore da un lato e dal_ l'altro permetterebbe una ricomposizione della conduzione agricola oggi troppo frazionata, con un conseguente aumento di efficienza di tale conduzione. Infine la produzione agricola potrebbe perdere que l carattere di economia di pura sussistenza che spinge oggi alle più irrazio nali scelte di colture. Ma un sempljce alleggerimento della pressione umana sull'agricoltura non è condizione sufficiente - anche se di primaria importanza - per riequilibrare questo settore: altra condizione indispensabile è rappresentata dalla necessità di assicurare un miglioramento delle ragioni di scambio fra • prodotti agricoli e prodotti industriali. Altra condizione indispensabile per uno sviluppo dell'agricoltura italiana è costituita dalla formazione di una efficiente organizzazione d i mer_ cato, che permetta di adeguare razionalmente le scelte produtti ve alle nuove possibilità di smercio create dal mercato comune. [109] ' . Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==