Nord e Sud - anno VI - n. 56 - luglio 1959

Era questa, come si vede, una tesi che cercava di restare aderente ai dati della situazione politica come si presentava nel dicembre dello scorso anno; d'altra parte, una posizione come la nostra si giustificava anche con la preoccupazione, chiaramente sottintesa, che la sinistra democratica non avesse, con il lasciare ad altri l'iniziativa delle scelte, a subire, più che a determinare, il corso degli eventi politici. Ma ci venne obiettato, sia allora che dopo il Congresso socialista, che noi badavamo più alle formule che alla sostanza di una politica di centro-sinistra; e che se, da questo punto di vista, il nostro modo di ragionare era corretto, e le nostre preocc11pazioni apparivano legittime, tanto da pot~r essere in gran parte condivise, noi d'altronde mostravamo di ignorare che la Democrazia cristiana era un partito il quale, ancorchè diretto da Fanfani, non dava affidamento di sincerità democratica e di correttezza politica. E ci fu, sempre nel campo della sinistra democratica, chi fece notare che l' cc alternativa )> era una esigenza di fondo che lievitava nella coscienza delle masse, stanche del1 'egemonia democristiana, e dei governi centristi, quadripartiti, bipartiti, ecc.; era una prospettiva politica che le fortune crescenti del P.S.I. rendevano consistente e reale. Nessun dubbio quindi che il P.S.I. meritasse completa fiducia, soprattutto dopo il Congresso di Napoli che ha visto la vittoria degli autonomisti, e con il quale i socialisti si sarebbero pronunciati per il perseguimento di quella politica di « alternativa » che dovrebbe quanto prima restituire allo schieramento socialista e democratico di sinistra la leadership del Paese. E ci fu chi, pur mantenendo qualche riserva sul programma dei socialisti, sostenne che non si doveva, comunque, con l'offrire una collaborazione alla D.C. odierna ·fino alle elezioni, rinunciare alla speranza di costituire un vasto movimento di opinione intorno al Partito socialista; e che bene avrebbe fatto la sinistra laica a schierarsi tutta da una parte, a mettere i democristiani alla pròva, ad elaborare dall'opposizione una << reale politica di sinistra, che interessi non solo i laici, ma i democratici cristiani che tale politica intendano e vogliano: una politica, per l'appunto, di 'alternativa' rispetto a quella finora seguita dalla D.C. )) (cfr. A.Bt. su La, Voce Repubblicana del 20 marzo) . . Presentate così le due posizioni su cui si è divisa l'opinione della sinistra democratica, val la pena di avvertire che alle stesse tesi erano e continuano ad essere parimenti interessati, pro o contro, larghi settori del partito democristiano, il partito socialdemocratico, il partito socialista, cioè alcuni . [9] Bibliotecaginobianco

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