giani che ho fatto venire da Palermo e un gruppo d'amici fidati. Di galantuomini son galantuomini. Il problema è circa la capacità dei galantuomini. Avrei tante cose da dirti, Pietro mio, ma per iscritto non è possibile. Mi resta solo una squallida e disperata volontà d'agire, senza sorriso di speranze per quanto mi resta da vivere. Ma vorrei un poco rabberciare il mondo in cui dovrai vivere tu, figlio mio. Allo stesso. Napoli, 24 dicembre 1944. Pietro mio, viene un altro Natale, sono 4 anni da che sei partito, o non ne posso più. Ho un'angoscia al cuore a pensare a te, e non s.o chef farei per farti tornare. È il pensiero più grande che mi opprime, la tua lontananza. Ti ticordi quel che ti dicevo mentre stavi per partire? Certe volte ho rimorso d'averti sgridato allora: eppure sarebbe stato meglio che tu avessi cercato di sottrarti alla guerra maledetta. È vero che ora saresti a combattere sugli Appennini, ma almeno combatteresti per una causa che merita. L'altra notte mi sognai il tuo ritorno con un'evidenza, che il risveglio fu amarissimo. Invece tu forse ti levavi allora (ci devono essere due ore di divario fra i nostri fusi orari) nella tua tenda nel deserto. Intanto ti hanno preparato qui un altro assistentato. Pierantoni (1 ) ti ha richiesto . ... Per il resto, figlio mio, lo spirito è un po' basso. Sto per mettere fuori una rivista politica (2 ). Gli stupidi controlli m'impediscono di spedirti libri, e quindi tu non devi aver ricevuto nulla. [Per] domani ho invitato a pranzo due reduci dalla prigionia, un t1fficiale e un soldato. Ti abbraccio. ·· A Luigi Russo. Napoli, 7 feb·braio 1945. Caro Luigi, ho ricevuto la tua prolusione, che mi è piacit1ta assai, e le tue lettere. Ho dato quanto mi hai inviato a Don Benedetto. ( 1 ) Il prof. Umberto Pierantoni, allora direttore dell'Istituto di zoologia. ( 2 ) << L:Acropoli ». [84] Bibliotecaginobianco .
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