che farei perchè la prigionia non tiaccasse 1a tua tempra. Tienti su, ptcco1o mio. Sapessi che opera gigantesca ci attende quando quest'uragano sarà ultimato. Tu sai come io la pensi, sai come per tante cose sia stanco di una vita piena di avversità e di prove. Vorrei che tu mi tornassi fresco e aitante da aiutarmi in tutto quello che ci riserba l'avvenire. Bisogna fare l'animo pari coi compiti giganteschi e non p,revisti. Certo è che il domani più prossimo è avvolto in una caligine in cui non si scorge niente. Ma quando tornerai tu mi sentirò le forze centuplicate. Allo stesso. Napoli, 13 agosto 1943. Pietro mio, da un gran pezzo non ti scrivo, e oggi rientrando, reduce da Roma nella nostra bella casa di Napoli ancora incolume, e trovando una tua vecchissima lettera del 13 aprile ritardata dalla censura che ne ha cancellata una sezione, ho provato rimorso. Gli è che sono travolto dalle faccende e dalle preoccupazioni di .ogni genere: a quelle che avevo già, il rincrudirsi della guerra e la caduta del fascismo ne hanno aggiunte altre infinite. Ora son cercato e consultato da ogni parte. Devo viaggiare spesso, e son molto, ma molto stanco, anche se respiro un pò meglio. Ma particolari non te ne posso dare per non fare insospettire le due censure. Interrompo per un allarme. Allo stesso. Napoli, 2 settembre 1943. Pietro mio, oggi assumo il rettorato dell'università. Probabilmente sarà un calvario. Ma davanti agli .occhi ritorni tu, come vorrei vederti: col camice di laboratorio in uno dei tanti gabinetti di queste scuole. Che sia presto, presto (1 ), figlio mio. Ti aspetto con impazienza. Vedrai che ti farò recuperare il tempo perduto. - Io ora dovrò risiedere di più a Napoli. Ma non stare in pensiero. Userò ogni riguardo perché voglio riabbracciarti. ( 1 ) Richiesto come «indispensabile» nel '43, tornò solo ai primi del febbraio '46; prima che fossero trascorsi tre n1esi, il padre si spense. [81] Bibliotecaginobianco
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