versavano: Ì « dolci >> ricordi di anni lontani che empi vano di tristezza. Ero preoccupato soprattutto per il nostro Petrucci (1 ). Alle undici di ier l'altro ero a Torino, alle 18 a Milano. La situazione politica par mi gliorata: ma intanto i miei lavori son rimasti interrotti, e credo che a rito rnare ci saranno storie. E anche una parte dei denari se n'è andata. Ti risparmio le mie impressioni e le mie considerazioni. Il mio ·desiderio sarebbe d'avere un anno libero da poter dedicare alle ricerche, andando e venendo. Vedi che vano pensiero! 1940-1946 Al figlio. Napoli, 16 novembre 1940. Pietro carissimo ... qui nulla di nuovo. Le solite giornate, le solite preoccupazioni, il solito grigio su tutta la vita. T'abbraccio forte, piccolo mio, Papà. P.S. Prima della tua partenza non c'è la possibilità che ti diano una breve licenza (2)? A Ferdinando Albeggiani. Napoli, 11 febbraio 1942. Caro Ferdinando, rispondo con molto ritardo alla tua ultima let tera. Lavoro e tedio profondo, senza che mai il primo arrivi a dissipar e l'altro, mi rendono poco comunicativo. Eppure penso spessissimo a te, il superstite amico del gruppo p alermitano, e risalgo ai primi tempi della nostra amicizia, quando il Garibaldi era ai Benfratelli, nel 1906 ! Quanti anni sono passati, e quanto poco frutto si è raccolto di un'opera lunga e faticosa! Pazienza: forse ci tocca il destino del classico sic v.osvobis. ( 1 ) Il figlio Pietro. ( 2 ) Pietro Omodeo era stato destinato a partir per l'Africa: non ebbe licenza alcuna. [78] Bibliotecaginobianco .
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