Alla moglie. Roma, 14 agosto 1936. ... Io non critico la gioventù, non prédico nè rinunzia nè sacrificio agli altri: ma sento la mia vita legata a t1na missione, ad affermare un mio ideale, e perciò mi trovo differenziato dagli altri~ Certo ancl1'io sento e soffro l'oppressione della dura vita. Ma è stato formalismo puritano quello che ce l'ha resa pungente? Io ne sento la concatenazione, e non arrivo a capire dove avrei potuto inserire qualcos'altro, senza tradire un dovere, il dovere del momento, che una volta mi portava alla frontiera, un'altra mi faceva lottare per redimere la famiglia dalla povertà, un'altra a prender netta •posizione di contro al passo falso di certi nostri amici, un'altra anco.ra a difender disperatamente Ida nostra. S.olo in questa maniera ho potuto liberarmi dal cattolicesimo e da ogni religione estrinseca. Certo adesso si reclama il diritto alla felicità o a godersi la vita: la vita la si vive una volta sola, si dice da tanti. Ma questo bisogno di godere la vita è stato il primo errore che ha perduto tanti, e ne ho avuto una certa diffidenza. Se tu per esempio mi spiegassi praticamente come avrei dovuto comportarmi forse ne trarrei un criterio per l'avvenire, non tanto per me quanto per i figli. Certo che la mia solitudine è paurosa: ma dovevo comportarmi come certuni che fingon di non accorgersi dei torti e degli oltraggi che rice-- vono? Messo da parte, devo decorosamente regger la posizione: e quando posso sono implacabile e duro: ieri con un Er. oggi con un Luzio e così via. Cosi molti mi lasciano solo (parlo degli adulti). Forse avrei dovuto farlo allegramente: ma ormai anche se v.olessimutare, ogni fonte d'allegria ' e spenta. Ho gran desiderio di parlare a lungo con te di queste cose. Ormai solo con te posso parlare a cuore aperto: con gli altri bisogna mettersi la maschera sul volto, perchè il nostro cl.olore o non l'intendere·bbero o noi li opprimeremmo. Vedi? Anche in questo siam risospinti sulla nostra via! A Luigi Russo. Napoli, 27 novembre 1936. Caro Luigi, ... La débacle delle ultime nostre amicizie è penosissima. Bisognerà ritrovare le forze, vincere gli scoramenti, e ricostruirsi sulla soglia dei cinquant'anni nuove relazioni e nuove amicizie. Sarà l'opera più intrepida nostra, E mi convinco· che conviene tentare ancora. [75] Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==