Nord e Sud - anno VI - n. 55 - giugno 1959

Dio sa quanto per un'intera vita per essere sempre con un senso d'angoscia nel cuore! Conto di tornare sabato venturo. Tiro in lungo per uno sforzo di volontà. A Luigi Russo. Fobello, 15 agosto 1934. Caro Luigi, ricevo una dopo l'altra le tue due lettere. In primo luogo ti prego vivamente d'esser calmo perchè la tua salute è cosa troppo pre-- ziosa per cimentarla in una piccola controversia editoriale. Certamente capisco la tua amarezza, ma pur troppo essa non è una cosa nuova, e il caso che ti succede non è dei più gravi. Ormai è uso - realismo dicono - buttar via un'amicizia, per ricavarne un qualche vantaggio economico. Il fatto più colossale è stato X, poi son venuti gli altri. Bisogna farci il callo. Un mio antico ufficiale, a cui volevo bene come a un fratello minore è arrivato a frodarmi 500 lire. Ha cioè stimato la mia amicizia, nata sotto il fuoco nemico, e al cospetto della morte, meno di 500 lire! Quel ragazzo ... che avevo curato fraternamente s'è comportato come una vera canaglia verso di me, e ho dovuto metterlo alla porta. È una specie di clima morale che lo porta. E ·bada, ripeto, il tuo caso non è dei più gravi. Le cose mie vanno discretamente. Ma sono, come si dice a Napoli, disfiziato di tutto. Non sento dentro di me speranza alcuna, e vado avanti perchè son legato da troppi doveri. Lavoro ·percl1è ho il punto d'onore di restar sempre all'attivo nel mio bilancio col mondo. Ma per me non sogno, posso dirlo, più nulla. Non credere che esageri. Spesso mi sorprendo, specie dopo la morte di mio padre, a contare gli anni che debbo ancora necessariamente vivere, e non ne v.orrei uno solo di più. Troppi ormai son gli anni di siccità maligna, di pene grandi e piccine, note od occulte e troppo le delusioni degli uomini: chè anch'io sono andato incontro agli altri con volto amico e cuore aperto, e non posso dire d'aver trovato molta sin,cerità. Son questi i frutti di cenere e tosco dell'esperienza. Tiriamo avanti le nostre vite solitarie, caro Luigi, e consoliamoci pensando che nella grande moria qualche amicizia è sopravvissuta: la nostra fra l'altro. Ho scritto all'amico (1 ). Chissà non venga a trovarti. ( 1 ) Benedetto Croce. [69] Bibliotecaginobianco

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