razzo per l'affare G. So .che sono in disgrazia: non andarvi potrebbe parere provocazione ed offesa: andarvi un chiedere scusa di colpe che non ho com1nesse. Non ostante tutto, io ho molto da lavorare per l'Enciclopedia ed è un lavoro assai ingrato e pesante. T'abbraccio. Ad Alessandro Galante Garrone. Napoli, 27 novembre 1930. Caro Galante, grazie della Sua buona ed affettuosa lettera. M'ha comn1osso: non per le lodi (ad esse cerco in ogni modo di chiudere il mio cuore) ma per un commosso giovanile affanno, un anelito verso le vette, che mi ricorda quello dei due alpini di Vercelli (1). Accolgo ciò come una speranza di questi tempi in cui mi pare che la gioventù si rinchiuda in cinica indifferenza verso tutto e tutti. E m'ha commosso vedere come l'opera mia, che- io svolgo in amara solitudine, senza il senso della sua efficacia, quasi per testardaggine, non passi del tutto inosservata, susciti echi e consensi all'altro capo .d'Italia. Mi creda Lei mi ha dato un conforto grande in un momento in cui deluso da troppi uomini, da tanti amici coi quali credevo di dover percorrere la mia via, dalla scuola, metto tutto me stesso nell'attività di scrittore e di studioso. Allo stesso. Napoli, 20 dice1;Ilbre 1930. ...Capisco, figliuolo, tutta l'angustia sua, che è poi mia e di mille altri, e vorrei poter venire una volta o l'altra a Torino, e conversare a lungo con lei, di tante cose. Per lettera è difficile. Una cosa però deve confortarci: che se anche la volgarità s'accanisce contro di noi, che custodiamo con devozione la luce della cultura, e la religione delle memorie, noi finalmente trionferemo. Il mondo non può vivere senza quella luce, sia che pel momento imbarbarisca per l'irrompere dei barbari, sia che s'imbarba~isca nel. godimento delle tecniche meccaniche .moderne, e della civiltà goda il (1) V'è qui un accenno ai gloriosi fratelli Garrone, entrambi ufficiali degli alpini, dei quali si parla nei Momenti di vita di gue!ra. [62] BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==