Nord e Sud - anno VI - n. 55 - giugno 1959

Editoriale Più di una volta, sulle pagine di questa rivista, si è dovuto rilevare la sostanziale artificiosità di una polemica condotta con accan imento da taluni ambienti e da taluni giornali contro ciò che essi amano defi nire il « pericolo del dilagante statalismo», o la incombente minaccia dello << Stato im,prenditore » che, novello Leviatano, mortificherebbe lo slancio, l'ene rgia, la passione liberale e lo spirito «sociale» delle categorie im, prenditoriali private. E recentemente (cfr. il numero di aprile di Nord e Sud), ci è parso che, nella polemica, fosse stato oltrepassato ogni limite; che nè il buon senso, nè la necessità di schierarsi a difesa di determinati interess i, autorizzassero il tono aspro e spavaldo assunto dai fautori del << massimalismo liberista>>; che, infine, lo slancio, l'energia, la passione liberale, e lo sp irito d'iniziativa delle categorie imprenditoriali private fosse mortificato p roprio dal fatto che esse potessero essere sospettate di alimentare polemiche del genere. Ma, evidentemente, non c'è alcun limite al grottesco. Si po ssono difendere e sostenere, in regime democratico, gli interessi deg li imprenditori grandi e piccoli, schierarsi a sostegno dei punti di vista del la Confindustria e illustrare le benemerenze dell'iniziativa privata. E non s aremo certo noi a scandalizzarci per questo, a negare la funzione che hann o avuto e continueranno ad avere le energie più responsabili e più vive del capitalismo italiano. Ma non si può, senza arrischiare il ridicolo, reinter,p retare la recente storia italiana, come ha fatto Mario Missiroli sul Corriere della Sera, in termini di contrapposizione tra le Forze del Bene (l'iniziativ a -privata) e le Forze del Maligno (lo statalismo socialista e cattolico). Tan to più che certe omissioni, certe volute dimenticanze, certi errori di fatto , non possono essere consentiti nemmeno a chi da cinquant'anni si diletta nel ruolo di soBibliotecaginobianco

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