di Pavone riguarda le pagine che egli ha dedicate ad Omodeo. Egli mette tra parentesi (a p. 865) una frase che dovrebbe essere testuale di Omodeo, nella recensione a Risorgimento seriza eroi di Gobetti: « ho cercato invano una scintilla d'intelligenza in quelle pagine ... », e sulla base di questa frase sembra imbastire un processo alla cc durezza cattiva » di cui avrebbe dato prova lo storico in quell'occasione. Ma qui la memoria polemica ha fuorviato Pavone: non solo Omodeo non ha mai scrito quella frase che gli è attribuita (ma un'altra che, come si vedrà, ha tutt'altro valore); ma anche tutto il brano cui Pavone si riferisce non ha affatto espressione di cattiveria e di durezza: cc ho letto attentamente l'opera, cercandovi con desiderio una scintilla vitale da salvare da un rogo precoce. Temo di non averla trovata. Tuttavia, poichè le idee e i fermenti di idee che agitarono il Gobetti son come diffusi nell'aria, e non sono nè essenzialmente, nè esclusivamente proprietà della parte in cui egli militò, credo utile fermarmi un po' ad esaminarle, remota ogni intenzione men che rispettosa verso il giovane scomparso. Chè anzi, a lui si deve il rnassimo rispetto per la fede che_serbò alle sue idee, e la più ampia indulgenza per quelli che sono i suoi difetti. Era giovanissimo, e gli è stata negafa la possibilità di rivedere e di approfondire ... ». Parimenti avventato è Pavone laddove scrive che gli studi sulla Restaurazione sarebbero prova del moderatismo di Omodeo: « •.• la Restaurazione che, con scambio rivelatore di tutto l'indirizzo moderato, egli pone al posto della Rivoluzione ... ». Ma cos'è, nel pensiero storiografico di Omodeo, la cultura politica della età della Restaurazione se non un tentativo di continuare, interpretandola, l'opera della Rivoluzione? Talune pagine della prima parte e della seconda parte de libro e tutti i saggi su Constant, su Mme de Staal, su Bailleul, su Thiers, sono volti appunto a mostrare la duplice dimensione, politica e storiografica, dei primi tentativi di ripensamento storico della Rivoluzione francese. Queste osservazioni non si sono fatte già per co1Teggere semplici sviste di Pavone, ma perchè esse rivelano lo scompenso del suo saggio, che tende a mettere sullo stesso piano cose diverse, che non tollerano di essere trat- - tate a questo modo: ad esempio, la polemica di Omodeo contro il revisionismo e le prese di posizione dei comunisti sul problema del Risorgimento. Poichè mentre questi ultimi non hanno altro che preoccupazioni politiche o prevalentemente politiche, come Pavone stesso ha chiarito benissimo, in Omodeo v'era, sì, una preoccupazione prammatica, il desiderio di salvare « un ideale politico e di vita », ma v'era anche, altrettanto se non più prepotente, la preoccupazione di far avanzare la conoscenza storica del processo che era n1esso in discussione. Sarà anche stata cc boria del dotto », come Pavone si compiace di chiamarla ad un momento: ma intanto, per professione e vocazione, Omodeo questo era prima cli ogni altra cosa, un cc dotto », uno studioso di storia, e le sue p~eoccupazioni principali erano conformi a · [4.4] Bibliotecaginobianco .
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