stione che la domanda da cui abbiamo preso le mosse sottintende, ed esser- - sela posta con chiara coscienza del tipo di problemi da affrontare e da risolvere, oltre che con accurata documentazione, ci sembra uno dei meriti maggiori del bel saggio che Claudio Pavone ha pubblicato nell'ultimo numero di Passato e Presente (gennaio-febbraio 1955, pp. 850-918): Le idee della Resistenza: fascisti e antifascisti di fronte alla tradizione del Risorg;imento. Pavone costruisce tutto un arco che va dai tentativi fascisti di annessione del Risorgimento alla replica della storiografia liberale di Croce e di Omodeo, ai tentativi di revisione storiografica di Gobetti e al loro prolungarsi, mescolati con altri motivi, nelle discussioni culturali dei gruppi di antifascisti che si riunirono all'estero intorno a Carlo Rosselli e a « Giustizia e Libertà »; giù giù fino ai dibattiti assai più recenti dei tempi del C.L.N. e fino all'atteggiamento dei cattolici. U:n posto particolare egli dedica alla presa di posizione dei comunisti, della quale rileva, in modo che sembra indiscutibile l'origine prammatica: i comunisti, infatti, polemizzeranno violentemente con.tra il Risorgimento per circa un decennio, poichè tale polemica consentirà loro di alimentare la lotta ideologica contro altri gruppi di esuli antifascisti e diverranno favorevoli alla resurrezione del mito risorgimentale solo quando svilupperanno, in conformità alle direttive sovietiche, la tattica dei fronti popolari in tutta l'Europa e verrà meno pertanto l'esigenza di frantumare la bandiera eventuale di ogni gruppo antifascista concorrente. Sull'atteggiamento dei comunisti l'analisi di Pavone è più approfondita e appassionata insieme, e si avverte subito che l'Autore conosce assai bene le cose di cui parla. D'altra parte Pavone non trascura mai di sottolineare come i tentativi - di approfondimento della questione si alimentassero di un continuo dibattito aperto o appena velato tra i vari gruppi, e come ricevessero sempre nuovo stimolo, oltre che dal bisogno di chiarire le ragioni di un'opposizione che si voleva totale, anche dalla necessità di interpretare l'evoluzione degli avve11imenti in Italia o in Europa. È evidente che i pensieri di un Rosselli o di altri uomini di « Giustizia e Libertà » sul problema in discussione erano - influenzati non solo dalle necessità della polemica con socialisti o con comu- - nisti, ma anche dal corso delle cose: l'avvento del nazismo, indicando nel ' fascismo un fenomeno a carattere europeo, a spettro assai più vasto di quel che si fosse potuto sospettare fino al '33, i moti di piazza di Parigi del '34, la _guerra di Spagna, finalmente, complicheranno e muteranno le primitive impostazioni. L'abile disegno di tutta la trama, l'informazione vasta e varia, il senso dello sfumature, fanno sì che questo saggio si legga tutto d'un fiato e, quali che siano le riserve · che esso può suscitare, con interesse e profitto. La sola riserva importante che mi pare si debba avanzare allo scritto [43] Bibliotecaginobianco
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