per lasciar mano libera all'azione degli interessi più vistosi. Al contrario, bisognerà invece accentuare la vigilanza, e fare in modo che si renda improrogabile l'attuazione di una energica politica sia internazionale che interna al fi11edi garantire uno sviluppo economico uniforme ed equilibrato, suscettibile di eliminare le attuali idiosincrasie e mai di renderle definitive ed incorreggibili. A questo punto gioverà soffermarsi su quello che dovrebbe essere il delicato ed importante intervento diretto della pubblica amministrazione nel processo economico del paese. Una prima indicazione emerge dalle considerazioni fin qui esposte, e si riferisce al livello quantitativo degli investimenti gl(?bali. Se come si è detto all'inizio di questa nota gli investimenti non sono stati sufficienti ad assorbire la disoccupazione nella misura prevista, ed occorre incrementarne il volume, poichè a ciò non potrà sopperire interamente l'iniziativa privata, nonostante tl1tti gli incentivi che sono stati o potranno ess~re predisposti, è allo Stato che incombe l'obbligo di intervenire interessando all'uopo anche la collaborazione internazionale per ottenere la quota addizionale di risparmio richiesta e non ottenibile all'interno. Finora il problema, invero, è stato posto molto timidamente dalle trattative per i recenti accordi internazionali. La negligenza appare tanto più riprovevole, quando si consideri che non è possibile comprimere lo sviluppo dei nostri consumi; innanzi tt1tto perchè sono bassi e poi perchè non è opportuno mortificare il fattore fondamentale della espansione economica, e cioè Io sviluppo della domanda di beni finali. Una seconda indicazione verte sul lato qualitativo degli investimenti. Si è accennato alla scarsa produttività delle opere pubbliche, anche ai fini di una occupazione durevole; occorrerà invece insistere con gli investimenti nei settori delle fonti energetiche e delle industrie meccaniche e siderurgiche, quali le più suscetibili sia di occupazione diretta, sia di favorire il sorgere di più modeste attività collaterali, e di quei servizi che verrebbero a - fornire una immediata soluzione di ricambio per quelle categorie imprenditoriali di modesta levatura che sono destinate a subire le prime conseguenza di un processo di rammodernamento del nostro sistema produttivo. Di massima, il piano quadriennale IRI sembra corrispondere a questa esigenza; l'ammontare degli investi1nenti previsti è tuttavia ancora assai inferiore alle necessità. Alle piccole e medie aziende che ancora possono adempiere ad utili funzioni di mercato dovrebbe essere fornita, poi, tutta la possibile assistenza finanziaria e tecnica. La ripresa economica, e soprattutto la ripresa economica equilibrata, che eviti la stagnazione o l'aggravamento della disoccupazione, e favorisca un cospicuo incremento dei redditi nel Sud, difficilmente potrà essere otte- • [40] Bibliotecaginobianco
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