Nord e Sud - anno VI - n. 55 - giugno 1959

del reddito nazionale, se non si farà tempestivamente ricorso ad adeguati - correttivi. L'atteggiamento degli ambienti industriali rappresentati nella Confindustria (la quale non rispecchia certamente gli interessi degli imprenditori piccoli e medi) è significativo; e non è certo tale da tranquillizzarci, oggi che questi ambienti hanno imposto in Parlamento una maggioranza di destra. Questi ambienti, avvalendosi di una loro particolare interpreta .. zione delle teorie liberistiche, sono indotti a sostenere la tesi che l'accennato dualis~o nel campo della produzione ostacoli quel raggiungimento del massimo incre1nento del prodotto e del reddito nazionale che verrebbe, invece, facilitato dal predominio definitivo del sistema industriale più evoluto. Rientra nella buona tradizione del paternalismo illuminato il concedere, eventualmente, che una quota parte dell'incremento del reddito nazionale, così ottenuto, sia destinato alla erogazione di più generosi sussidi alla aumentata massa dei senza lavoro. Poichè queste ci sembrano le linee principali secondo le quali l'economia italiana viene naturalmente sviluppandosi, potremo dunque trovarci presto di fronte a gravi conseguenze non soltanto economiche e sociali, ma anche politiche. Se gli incrementi della produttività venissero destinati a maggiori utili aziendali, ed in parte al miglioramento dei salari, attinenti a pocl1i, determinati settori, invece cl1e alla riduzione dei prezzi, sarebbe reso difficile l'aumento dei consumi e quindi della domanda che induce la produzione ad ulteriori ampliamenti con assorbimento di quella manodopera « tecnologica » che potrebbe essere « liberata » dalla crisi delle piccole aziende. Come corollario si otterrebbe, poi, un rafforzamento di posizioni monopolistiche; infatti non si può fare troppo affidamento sulla efficacia delle preannunciate leggi anti-trusts o sulla azione correttiva della concorrenza internazionale, essendo ben nota la possibilità per i grossi complessi di giungere ad accordi. Il Mercato Comune, associando tra loro le più ricche economie del- - l'Europa Occidentale, e per gli sperabili sviluppi che potrà avere anche sul piano più propriamente politico, apporterà indubbiamente vantaggi di incalcolabile entità. Ma bisogna guardarsi dai pericoli di una eventuale interpretazione troppo liberistica del Trattato, che non tenga conto della peculiare situazione italiana nei suoi squilibri sociali e regionali. Tale purtroppo ci sembra essere l'interpretazione che del Trattato danno i partiti e le correnti - - politiche che condizionano l'attuale Governo. E in questo senso, malgrado le reiterate professioni di fede europeristica che echeggiano dai banchi del Governo, ci sembra che non si possa parlare propriamente e sostanzialmente di maggioranza europeista. Bisogna evitare che della situazione nuova aperta dall'entrata in funzione del Mercato Comune, abbiano ad avvantaggiarsi solo pochi e ristretti gruppi ·di priv~legiati, e che essa costituisca il pretesto [39] Bibliotecaginobianco

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