Nord e Sud - anno VI - n. 55 - giugno 1959

sei o sette anni gli investimenti lordi nel settore produttivo e delle opere pubbliche abbiano assorbito una quota pressochè costante del reddito nazionale, non seguendone, pertanto, la costante inclinazione all'aumento. Il maggior risparmio si è invece quasi completamente riversato nel settore dell'edilizia, che ha assorbito, anche in valori relativi, una quota notevole del - totale degli investimenti: 927 su 3.456 miliardi nel 1957. Ora è ben noto che la gran massa delle costruzioni riguarda le abitazioni, che sono beni di consumo dt1revoli e non beni strumentali suscettibili di ulteriore produzione. Parimenti viene messa in evidenza la necessità di indirizzare il risparmio pubblico più verso i settori produttivistici che verso la creazione di infrastrutture che possono rivelarsi del tutto sterili quando attorno ad esse non si determini un pullulare di nuove iniziative economiche. Utili insegnamenti in proposito vengono forniti proprio dalla esperienza della Cassa per il Mezzogiorno. Il livello della occupazione operaia determinata dalla realizzazione delle opere di bonifica o di infrastrutture che ha caratterizzato il primo tempo dell'attività della Cassa, si è andato via via riducendo in corrispondenza del passaggio ad altro tipo di investimenti (sembra che la nuova occupazione nel settore industriale permessa dal finanziamento dei tre istituti di credito operanti nell'Italia meridionale si • limiti a 19.000 unità, nel periodo 1954-1958). Il prof. Molinari in un recente studio condotto per la SVIMEZ ha accennato ad un periodo di almeno 50 anni occorrente per parificare i redditi pro capite del Nord e del Sud d'Italia. Ma l'ipotesi è a nostro parere ottimistica, poichè presume un aumento costante annuale del reddito del1'8 % nell'Italia meridionale, contro il 5 % in quella settentrionale. Ora, anche se è troppo presto per potere anticipare un giudizio sui presumibili effetti della Legge 29 luglio 1957 sulla industrializzazione del Mezzogiorno, è doveroso riconoscere che l'andamento di questi ultimi anni non conforta una tale previsione. Risulta evidente quindi la necessità di un aggiornamento dello Schema \/anoni soprattutto in base ai nuovi elementi emersi in questi ultimi anni sulla tendenza degli investimenti di capitale ad indirizzarsi verso impianti ad alta tecnica produttivistica, a scapito dell'impiego di manodopera. Sembra che, anche in dipendenza del fatto nuovo costituito dalla entrata in funzione del Mercato Comune, si intenda ora rivedere detto Schema. Noi ci auguriamo che ne risulti un programma che preveda una coordinazione tempestiva di quegli interventi di politica economica che finora sono man-- cati in gran parte allo scopo. Pieno impiego, equidistribuzione dei redditi, armonia di sviluppo e risollevamento del Mezzogiorno, sono problemi tuttora insoluti; e che vanno affrontati anche con mezzi ed idee nuove, ma soprattutto facendo tesoro dell'esperienza passata: oltretutto. come annota l'OECE [37] Bibliotecaginobianco

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