Nord e Sud - anno VI - n. 55 - giugno 1959

stenziale, nè con la demagogia liberistica, che potranno essere corrette le anomalie del nostro sistema economico e sociale, o potranno essere affron- - tati i problemi di struttura. Da recenti calcoli risulta che il reddito prodotto in Italia nell'anno 1958 ammonta a 13.950 miliardi di lire, in termini reali; l'aumento sull'anno precedente è stato quindi pari al 4,1 per cento. Tenendo presente che l'incren1ento l1a oscillato fra il 5 e il 7 % negli anni fra il 1953 ed il 1955, che è sceso al 4 % nel I 956 per risalire al 5,6 % nel I 957, si deve riconoscere che nello scorso anno l'economia italiana ha segnato il passo: Gli impieghi delle risorse disponibili denunciano la destinazione a consumi privati di l 0.564, a consumi pubblici di 1.640 e ad investimenti di 3.430 miliardi di lire. Rispetto al 1957 si registrano nell'ordine incrementi del 4,3 %, dell'8,8 % ed appena dello 0,8 %- Altro motivo di allar1ne: la maggiore prudenza negli investimenti, soprattutto in quelli industriali di privati, potrebbe influenzare negativamente gli sviluppi successivi del reddito e di quella occupazione che nel còrso del 1958, a sua volta, non ha subito miglioramenti consi~tenti. Si può dire, anzi, cl1e la cifra ufficiale degli iscritti nelle liste di collocamento non ha subito più flessioni a partire dalla fine del 1957 (1.598.000 unità nel mese di dicembre 1957 contro 1.610.000 dell'agosto 1958). Con la fine del 1957 si registra quindi un momento particolarmente delicato della situazione economica italiana: cessa l'espansione della produzione, la programmazione di nuovi impianti viene di conseguenza sottoposta ad 11n vaglio più severo; si riduce la domanda, anche di irnportazione, di materie prime e di macchinari, aumentano i depositi, presso le Banche, di capitali cl1e non trovano possibilità di impiego; restano stazionarie, o registrano un lieve aumento, le cifre ufficiali della disoccupazione. Anche l'aumento del reddito registrato 11el decorso anno 1958 è rimasto al di sotto della media annua del 5 ~~ prevista dallo scl1ema decennale Vanoni corr1e condizione necessaria ner consentire, entro il termine di un decennio, - a partire dal 1955, l'assorbimento di ogni disoccupazione. È opportuno tuttavia rilevare che anche nel primo triennio trascorso dalla data cui cominciavano a riferirsi le Ì!)Otesi dello Schema, nonostante il tasso di incremento del reddito sia stato mediamente superiore al 5 % previsto, la situazione della disoccupazione non ha migliorato nella misura che sarebbe stato lecito attendersi. I nuovi occupati, dal 1955 al 1957, sono stati infatti solo 857.000. La cifra è troppo modesta per lasciare qualche speranza che possa essere raggiunto, entro il 1964, il traguardo di 4.800.000 unità previsto dallo Schema, tenuto conto dell'apporto negativo del 1958 e di quello presumibilmente non brillante del 1959. La prima relazione della Commissione Economica Europea sulla situazione economica italian_a, pubblicata nel 1958, fa notare come negli ultimi [36] Bibliotecaginobianco

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