Nord e Sud - anno VI - n. 55 - giugno 1959

Sul Mattino del 26 maggio, commentando i discorsi che l'o,n. Salizzoni e l'avvocato Clemente hanno pronunziato in occasione di una pubblica riunione dei dirigenti democristiani di Napoli, Giacomo· Ghirardo ha scritto che la Democrazia Cristiana « ha risposto con precisione e tempestività » a queste nostre domande (formulate su La Voce Repubblicana del 17 maggio). Noi prendiamo senz'altro, atto delle cose che sono state dette nei confronti delle responsabilità della consorteria e del « paternalismo borbonico » da autorevoli esponenti della D.,c. dopo la gaffe del Presidente del Consiglio alla Camera (la sanatoria concessa implicitamente ai responsabili dei « mali estremi» di Napoli). Così come abbiam·o sempre dato atto ai liberali napoletani di essere assai più liberali di Malagodi, sicuramente antifascisti, efficacemente meridionalisti. Ma non crediamo che una soluzione possa essere rappresentata da « una convergenza delle forze democristiane con quelle democratiche, diretta a realizzare una comune posizione elettorale in funzione polemica contro le degenerazioni clientelari della precedente Amministrazione comunale napoletana e contro i pericoli politici propri della coalizione socialcomunista ». Non lo crediamo perchè, in base alla nostra esperienza di . studiosi della geografia elettorale, possiamo affermare che oggi non esiste aritmeticamente una prospettiva di maggioranza centrista al comune di Niapoli. Da un lato c'è la prospettiva di apertura a destra che l'on. Salizzoni e l'avv. Clemente respingono; e dall'altro Iato c'è una prospettiva di bonifica della situazione napoletana e della più « difficile » amministrazione d'Italia, una prospettiva che si identifica con l'apertura a sinistra. C'è inso111ma una scelta che oggi può essere elusa per ragioni di tattica elettorale; ma che domani, ad elezioni avvenute, consentirà di misurare il senso di res1Jonsabilità politica e di sensibilità democratica, la coerenza meridionalista, la sincerità e la capacità antifasciste, sia dei democristiani che dei socialisti. ri. d. r. L'economia italiana tra governo e MEC L'on. Segni, mentre si accingeva a formare il suo ministero qualche mese addietro, usò (per qualificare la situazione italiana, a pochi giorni dai fatti di Civitavecchia e da quelli ben più gravi di Firenze, dove le maestranze avevano scioperato per la crisi alla « Galileo ») l'espressione « economia con~ gelata ». La recessione veniva così avvertita per la prima volta al livello ministeriale. Di essa doveva seguitarsi a parlare nel corso della discussione parlamentare sulla fiducia; ma l'esame della situazione economica italiana rimase superficiale e incompleto. In altri termini, non venne onestamente riconosciuto come anche nei periodi di favorevole congiuntura i problemi strutturali italiani fossero andati in gran parte elusi. Non basta accennare, come [34] Bibliotecaginobianco .

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==