democraticità del sistema di scelta, all'interno dei partiti, dei candidati, e che è necessario creare una forza bilanciante il potere delle macchine elettorali dei partiti nei confronti dei deputati. Ora un simile risultato si può avere solo attraverso una modifica della legge elettorale e attraverso una adeguata riforma del Senato. Una soddisfacente soluzione della prima questione si potrebbe, forse, ottenere attraverso una correzione del sistema proporzionale: quella che qui si auspica, però, è una correzione 1 del tutto diversa dalla proposta, che pur s'è letta in qualche giornale negli ultimi mesi, di adottare, cioè, il sistema tedesco. Quest'ultimo è fondato su un giudizio intorno alla crisi ,della Repubblica di Weimar (un giudizio, in verità, alquanto discutibile), sul principio che la frammentazione delle forze politiche sia esiziale ad un regime democratico: qualunque cosa si voglia pensare della esperienza tedesca, a noi sembra che essa non possa servire in Italia: i cosiddetti partiti minori, che pur l'elettorato tende spontaneamente a cancellare, sono ancora un fattore d'equilibrio nella politica italiana, e sopprimerli attraverso un espediente potrebbe essere estremamente pericoloso. Parime11ti pericolosa sarebbe la brusca inversione della tendenza fin qui dominante ed il ritorno al collegio uninominale: 110n diciamo ciò per dottrinarismo proporzionalista, ma proprio perchè temiamo che un simile espediente possa servire da acceleratore della crisi invece che da tavola di salvezza: l'esperienza francese recentissima e quella italiana ,del '19 appaiono sconsigliare decisioni così gravi. La sola correzione possibile sembra, perciò, quella che impicciolisce le circoscrizioni, oggi troppo vaste percht un candidato possa coprirle durante la campagna elettorale e insieme diminuire ad un solo i voti di preferenza dell'elettore: a questo modo non solo si elimina in grandissima parte il controllo delle preferenze da parte dei partiti, ma anche si agevola il contatto tra elettori ed eletto, si chè quest'ultimo avrà una forza da contrapporre alle pressioni eventuali del partito, quella che gli viene dai suoi elettori. Quanto alla riforma .del Senato, il discorso sarebbe troppo lungo per poterlo fare in questa sede: basterà accennare, tuttavia, che bisognerebbe qui rinunciare ad ogni demagogia ed avere il coraggio di ammettere che i .due criteri fon.damentali da seguire per ottenere una « seconda camera >> che non sia un inutile doppione della prima, sono quello « stabilità dell'ufficio>> e l'altro 1 della «competenza». Nell'esemplificazione che s'è fatta prima s'è accennato alla necessità di . [26] Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==