siano garantiti certi ,diritti basta che lo statuto pubblicistico dei partiti garantisca il funzionamento di quei meccanismi che all'interno di un partito possano far da contrappeso ed in caso di necessità spezzare la spirale dell'involuzione burocratica. Se è vero che la maggior garanzia di democraticità ,di un partito (e, dunque, la migliore garanzia della funzionalità ,del partito ·medesimo nel quadro di uno stato democratico) è il suo dinamismo interno, la mobilità -delle élites, la possibilità di formazione di nuovi ceti ,dirigenti e quindi di discussioni politiche e programmatt'- che, è vero anche che la maggiore minaccia viene dalle sclerotizzazioni burocratiche. Non diciamo che sia sufficiente regolare il problema degli apparati per far salva la democrazia all'interno dei partiti: è certo, tuttavia, che già attraverso una simile regolamentazione si porrebbero alcune premesse indispensabili per un miglioramento della situazione. Confesso c_andidamente che non riesco ad intendere l' argomenazione, che vorrebbe avere sapore sto!icistico, di coloro i quali affermano che simili questioni non possono essere decise in astratto, ma vanno valutate nella concretezza di una situazione storico-politica: volendosi ovviamente sottintendere l'obiezione che già si è ricordata, che cioè nella situazione italiana certe misure escogitate per assicurare un regolare svolgimento del gioco democratico potrebbero riuscire fatali alla libertà. Con un simile ragionamento le lotte per la libertà non si sarebbero mai combattute, nè si sarebbero mai avute legislazioni liberali. Che l'eccesso di libertà possa ucci1dere la libertà è un'osservazione di senso comune: e tuttavia è parimenti un'osservazione di senso comune che se non si deve dimen-- ticare un simile pericolo, si deve anche evitare di esserne paralizzati. A guardare bene è assai più illuministico l'atteggiamento di chi afferma di non voler valutare in astratto le questioni e pare attendersi la soluzione da un misterioso e naturale ritorno ad una mitica armonia; ed è assai più storicistico quello di coloro che, non nascondendosi i rischi di certi interventi e sicuri, direi aprioristicamente, che tali interventi non faranno certo miracoli, preferiscono tuttavia il poco bene che può .derivarne all'assoluta immobilità. Ed è altresì non solo illuministica ma fuorviante la posizione assunta da coloro che rifiuta110 ogni legislazione sui partiti: poichè induce ad esclu·dere o a sottovalutare le esperienze di altri paesi. Così non ci sembra che si possa 11egare ogni valore alle « primarie » statunitensi, sulla scorta di qualche frettoloso scrittore francese: la verità è che [24] Bibliotecaginobianco
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