mentalità illuministica di coloro che vorrebbero risolvere i problemi con le leggi, poichè questo veramente non è degno di essere discusso: le leggi, dopo tutto, s0110gli strumenti con cui si operano le rivoluzioni incruente in regime democratico I Vi sono altri argomenti di assai maggior peso che è giusto ed opportuno rilevare. V'è innanzitutto la preoccupazione (ed essa è filtrata, mi sembra, in alcune pagine tormentate ed inquietanti che Rescigno ha ~critto su questi problemi) di chi paventa cl1e una regolamentazione di tale materia possa comprimere la libertà di quei gruppi che si situano tra l'individuo e lo stato; e v'è poi il timore di coloro che sospettano eh~ (adopero le parole di Morta ti, nel Mondo del 4 novembre 1958, ma lo stesso timore è in altri, in P. Barile, ad esempio: si veda il suo articolo nel Mondo del 28 ottobre 1958; e ,di esso si è fatto interprete Piccardi nella relazione all'VIII Convegno degli « Amici del Mondo») « nell'attuale situazione le misure di controllo operino surrettiziamente come strumento di per~ecuzione verso determinate formazioni, con la conseguenza che si risolvono in definitiva, o in fattori di maggiore turbamento della vita politica... oppure che agiscano, ancora peggio, nel senso ,di rafforzare in modo artificioso le correnti più retrive di conservazione». Che sono obiezioni di natura diversa, la prima di carattere generale e la seconda soltanto di congiuntura. Coloro che, come Rescigno, respingono una regolam.entazione dei partiti muovono da una visione sostanzialmente esatta della società e delle sue articolazioni, da una concezione il più possibile totale della vita della libertà e d.ei modi con cui essa si incarna, e vorrebbero lasciare il più possibile libera (ci si perdoni il gioco di parole) questa vita della libertà. Ora questa esigenza, validissima in sè, non sembra potersi applic2re ai partiti contemporanei: questi non sono più un gruppo intermedio tra l'in,dividuo e lo stato, ma sono, o almeno tendono ad essere, lo stato: se la dinamica dei partiti politici che si è accennata di sopra trova rispondenza nei fatti, se è vero che essi tendono ad assumersi l'intera rappresentatività del paese, a mescolarsi all' amministrazione, se è vero che le loro funzioni sono diventate decisive nella vita di tutta la società (non sono forse i partiti che definiscono la politica nazionale o che creano gli eletti del popolo?), non è più possibile assimilarli ai tradizionali gruppi intermedi e si deve anzi ritenere che la libertà sia meglio garantita da una loro regolamentazione piuttosto che da una a~se,nzadi regole. Bibl iotecag inobianco
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