Nord e Sud - anno VI - n. 55 - giugno 1959

contro simili posizioni di sfrontato opportunismo che si vuole qui polemizzare, sì, invece, contro coloro i quali ritengono, in buona fede, che il regime dei partiti sia incompatibile col regime di libertà. Piaccia o no, i partiti sono gli strumenti indispensabili della dialettica democratica e dunque sono istituti della vita democratica: ricorderò ancora una volta che negli anni terribili dell'occupazione nazista Léon Blum avvertì autorevolmente quei suoi amici, che pensavano di sopprimere i difetti della Terza Repubblica sopprimendo i partiti, che a questo modo essi avrebbero semplicem.ente distrutto la democrazia. E d'altro canto se oggi i partiti sono come sono, ciò non è dovuto, come qualcuno sembra sospettare, alla cattiveria e malignità degli uomini, ma soltanto al fatto che essi, come ogni altro aggregato sociale, obbediscono ad una certa logica di sviluppo e a certe leggi elementari. Ciò mi sembra ampiamente provato dal fatto che coloro i quali sogliono denunciare i mali della partitocrazia, non solo non osano negare (tanto una simile r1egazione suonerebbe assurda!) la necessità dei partiti o mettere in causa, come pur sarebbe logico, il suffragio universale, ma anche non assortiscono le loro polemiche di alcun rimedio pratico, fatta eccezione per l'invocazione del collegio uninominale: un mutamento che non intaccherebbe se non in minima parte il sistema. I partiti odierni, dunque, si frappongono fra il parlamento ed il paese e tendono a,d assumere essi l'intera rappresentatività di questo e a depote11ziare quello, rivendicando per sè il privilegio del controllo politico. D'altra parte la stessa dinamica che porta i partiti a sostituirsi nella sostanza agli eletti del popolo (o - il che è lo stesso - a creare gli eletti del popolo) li spinge anche a spazzar via il fragile schema che separa la politica dall'amministrazione e a mescolarsi a quest'ultima per ispirarla e possederla (il che, naturalmente, crea un movimento di rimbalzo dell'amministrazione verso la politica), ad installarsi nel possesso degli strumenti che la tecnica moderna delle comunicazioni di massa ha creato, a pervadere, insomma, ogni segmento della società politica. E insieme ogni partito tenderà a costituirsi come una monade autosufficiente, ad organizzarsi come uno stato, e nel suo seno avverrà ciò che accade nella società politica tutta intera, dalla distinzione tra classe dirigente e classe diretta alla creazione di bu1Gcrazie, dalla sclerosi dei processi di ricambio all'immobilistica difesa delle posizioni di privilegio: anche nei partiti, cioè, vi sarà un più o meno graduale trapasso dal fisiologico al pato- ·[20] Bibliotecaginobianco

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