Nord e Sud - anno VI - n. 55 - giugno 1959

inverato, questo ambiente di piccola borgh·esia, veduto attraverso gli occhi di un fanciullo, una umanità sofferente triste incerta e meschina, e a volte anche dolorosa e patetica. In Anna e Bruno la natura viene a prendere molta parte come mezzo espres• sivo dell'autore, del suo intimo mondo poetico: cc Bruno aveva ,cominciato ad amare Anna, sua madre, per una strada di campagna». E questa campagna fa da sfondo e da interprete dei sentimenti ch·e legano Bruno e Anna. Un legame da parte del ragazzo verso la madre possessivo ed esclusivo, ,che si rivela alla madre nella sua intensità ,e singolarità quando, morto il marito, ella, ch'e è ancora giovane e bella, pensa di risposarsi. Ma poi deciderà di non farlo per non dare un troppo grande dolore al figlio. Dopt Anna e Bruno i due racconti La siccità e La Miseria vengono a confermare le doti sicure di scrittore raggiunte dal :6ilenchi: i due racconti - cosi legati fra loro che, come dice il Bocelli, sembrano due tempi di uno stesso racconto - sono una composizione equilibrata in cui ogni parte è armonica e ricca di motivi propri, e la prosa, nella sua linearità e snellezza, è il buon punto di arrivo di quel continuo controllo esercitato negli anni precedenti. Ancora i temi sono l'infanzia, l'adolescenza, i rapporti e i legami con i familiari, la scoperta fatta per la prima volta di sentimenti buoni 'e cattivi che si racchiudono nell'ani1no degli uomini, il senso e l'amore della campagna, della natura, anche se questa può divenire a un tratto causa di molte disgrazie. Molto belle le pagine in cui si presagisce la rovina che colpirà il podere tanto amato: cc un'orribile strana paura giungeva dalle persone e dalle cose e piegava il mio corpo come una malattia », finchè il sole si impossessa di tutto, come un terribile mostro si insedia nel ,cielo e di lassù conficca i suoi tentacoli nella terra, uccide le piante, si a•ccanisce contro gli animali e gli uomini. Le colline, i campi, i prati si spogliano di ogni vegetazione. E la rovina si abbatte sulle famiglie. In La miseria il racconto prosegue sullo stesso ritmo di pena. La famiglia del ragazzo che narra è ormai ridotta dal benessere che aveva goduto in una quasi miseria, deve ricorrere a piccoli impieghi, a piccoli lavori per tirare avanti, e il ragazzo soffre di essere allevato in tante ristrettezze, anche perchè per lui la miseria si risolve nella coscienza di una continua mortificazion'e e umiliazione morale. La madre, e questo per lui rappresenta un gran dolore, esegue per un commerciante un lavoro di copia, e deve allargare la sua •calligrafia alta e sottile, che era stata tanto amn1irata dalle amichette di scuola, deve ingrossarla, corromperla dinanzi ai mod'elli di rotondo che copia come un.a ·bambina che incomincia ad andare a scuola, la nonna che è stata padrona di un albergo, che ha sempre comandato e diretto, è costretta a fare da commessa in un negozio di stoffe di una signora, della quale in altri tempi aveva sempre disdegnato l'amicizia. E questa signora volgare, ambigua, tirannica diviene per il ragazzo un incubo e il simbolo della loro servitù morale e materiale. La situazione è precisata nelle sue molte e sottili rifrazioni sull'animo del ragazzo e anche in relazione agli altri personaggi con una indubbia potenza simbolica. Con questi due racconti che rappresentano la sua ma·turità il Bilenchi si è pòsto fra i nostri scrittori più seri, accurati e sinceri, per cui la nostra aspettativa di una nuova sua opera d'egna di altrettanto elogio si giustifica senza altre parole. [D. M.] [121] Bibliotecaginobianco

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