Nord e Sud - anno VI - n. 55 - giugno 1959

è precedente alla morte di Stalin e che essa non fu dovuta alla nuova direzione del Partito Comunista Sovietico ma alla fermezza della reazione occidentale ai tentativi di espansione i=ussa del dopoguerra. Nella situazione fluida, determinatasi dopo il '45, Stalin cercò di conseguire il massimo dei risultati possibili, senza però mettere mai in pericolo le conquiste realizzate durante la guerra. Ebbe successo in Cecoslovacchia, ma fallì a Berlino. In Corea, abbia preso lui stesso l'iniziativa o abbia subito l'azione dei suoi alleati, è certo che fece macchina indietro (o convinse i suoi alleati a fare macchina indietro) quando non fu più possibile nutrire dubbi sull'entità dell'intervento americano. È importante, dunque, sottolineare che i succesori di Stalin, iniziando la << diplomazia del sorriso>>, si inserivano nel solco già scavato dal loro predecessore; essi perfezionavano ed approfondivano una politica; ma è difficile dire che l'abbiano veramente trasformata. Rimane tuttavia acquisito che a partire da un'epoca, che possiamo con approssimazione cercare di individuare e che risale al 1952, il Cremlino ha perseguito in Europa un'azione politico-diplomatica complessa di-- retta da una parte a continuare nello sforzo di consolidare il dominio sulla propria sfera di influenza e dall'altra parte ad impedire il consolidamento della coalizione occidentale, protestando una ferma volontà di raggiungere un accordo a tutti i costi, ed alternando continuamente sorrisi a minacce per indicare le due scelte possib.ili, che la sua politica offriva. I paesi occidentali che con il Piano Marshall, la NATO, la CECA e la CED avevano preso una serie di iniziative, hanno subito sempre più l'azione sovietica senza riuscire ad evitare gravi rovesci ed il pericolo di improvvisi cedimenti sul fronte diplomatico. Se si tenta un bilancio degli anni successivi alla morte di Stalin, si constata che l'Unione Sovietica ha fatto all'Occidente una sola concessione (il Trattato austriaco), ma è riuscita da una parte a sconvolgere le posizioni tradizionali che l'Occidente aveva nel Medio Oriente (sia fomentando forze nazionalistiche, sia puntando direttamente su gruppi comunisti) e dall'altra parte a rallentare il ritmo di preparazione militare e lo sforzo di integrazione politica delle democrazie. Nel 1952 l'Unione Sovietica era nettamente superata dagli Stati Uniti nel campo degli armamenti nucleari; oggi è in condizione di vantare la sua superiorità nel settore dei missili intercontinentali. ' [9] Bibliotecaginobianco

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