contributo alla vita comune. Ci si sgomenta del successodi << Canzonissima >> o del << Musichiere », o del Festival di Sanremo (ma che poi il pubblico degli spettacoli di varietà televisivi sia tutto e sempre in attonita ammirazione, o non vi sia piuttosto in molti un atteggiamento assai più distaccato, smaliziato e incline al bonario dileggio, è cosa .che dovrebbe essere dimostrata). Ma ecco, per fare un esempio, che quella stessa televisione italiana che aveva presentato, nelle serate dedicate al Festival di Sanremo, i divi della canzonetta in una luce quasi mitica, con cerimonie ridicole e sussiego spropositato, ti fa riapparire, dopo poche settimane, quegli stessi divi attorno ad un tavolo, permette che essi parlino liberamente, lasciando emergere tutto il loro squallore, la loro povera umanità da un susseguirsi di frasi sconnesse, di balbettii, di confessioni pietose, tali da muovere al riso e allo scherno una larga parte del pu·bblico che in precedenza aveva dato l'impressione di sopravvalutarli. Ecco un invito al giudizio, al discernimento, al riproporzionamento delle cose, •cheprobabilmente è riuscito più efficace di tante sdegnate condanne. Merito, si dice, di un intelligente uomo di teatro. Ma anche, secondo noi, dimostrazione che nemmeno in Italia, e nemmeno negli spettacoli di varietà, che è tutto dire, le porte della televisione sono davvero sbarrate all'intelligenza intraprendente. Certamente la collaborazione non è senza spine; e i tabù sono ancora troppi e irritanti, come altri episodi di quella stessa fortunatissima serie di spettacoli hanno dimostrato. E tuttavia, se proprio da quegli episodi una lezione si può trarre, è che il misurarsi direttamente con le fobìe e gli opportunismi dei censori profitta alla lunga, di fronte ali'opinione pubblica, assai più che non potrebbe u11 atteggiamento di rigoristica rinunzia. L'ultima cosa che gli uomini di cultura dovrebbero fare è quella di çomportarsi come << esiliati in Patria », di chiudersi in un sentimento di disprezzo per il prossimo, in un orgoglioso senso di superiorità. Non dovrebbero farlo proprio perchè la loro funzione è, oggi, più importante che mai, proprio perchè questi nuovi mezzi di •comunicazione offrono loro un' opportu- _nitàdi influenza, di contatto con il pubblico mai prima sospettata. Quando ci si liberi da questi preconcetti e da queste idiosincrasie, radio e televisione appaiono come un vasto mondo in gran parte ancora da esplo- ·rare. Ed è solo attraverso un obbiettivo e spregiudicato esame di questa realtà che è possibile individuare ciò che merita di esser conservato e ciò [17] Bibliotecaginobianco
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