molte viltà borghesi - leggiamo in una postuma rievocazione del periodico, a cura di chi ne era stato dapprima appassionato redattore e poi, in quegli anni appunto, direttore - Il Giornalino non ammainò mai il tricolore; fu antiwilsoniano, antinittiano, antibolscevico, fiumano. Alla fede della Patria unì la fede della Croce, precorrendo il movimento spirituale della Conciliazione)>. Nel 1921, lo « Stato-baloc,co » - detto anche « Confederazione del Girotondo )) - ebbe una propria milizia, prebalillesca, di cui fu comandante Edda Mussolini giovinetta. Nel 1922 aderì al Regime. Nel 1924, finalmente, « ripose le sue bandiere, che animosamente si erano opposte agli stracci rossi; e forse, allora, il suo compito singolarissimo era finito )) (6). Mentre sul piano del contenuto, il Giornalino, poco dopo i suoi esordi~ . cominciò ad essere viziato da questa retorica ricca di avvenire, dal punto di vista editoriale apparteneva ad uno stile di cui la comparsa del Corriere dei Pz'ccolt· doveva decretare il tramonto. Anche nella sua ultima formula~ quindicinale, esso si presentava come una dimessa pubblicazione formato qùaderno, molto scritta e poco illustrata, con il testo su due colonne; le vignette, quasi tutte in bianco e nero, erano concepite a guisa di « fuori testo )> c1:1sii poteva far ricorso staccando lo sguardo dalla scrittura; lo stile disegnativo, il « tratto )) (pur facendo registrare un notevole progresso sulle litografie che erano apparse nei giornalini più antichi, dal Thouar a Ferdinando Martini) era pur sempre quello, compassato e scolastico, degli illustratori di Jibri per ragazzi, i quali sentivano il bisogno di riprodurre, sotto, ciascuna tavola, il brano di racconto cui essa faceva riferimento; la forma letteraria si ricollegava, senza molto introdurvi di nuovo, alla tradizione nari dello Stato-balocco - scriverà poi uno degli organizzatori dd sodalizio infantile - tennero alto il diritto e il decoro nazionale molto meglio di quanto non si facesse a Palazzo Braschi [a Trieste], alla Consulta e a Montecitorio». Nd 1922. diventò obbligatoria una divisa: camicia verde con un grillo nero ricamato sul petto, gonna o calzoncini neri, fez nero, fazzoletto verde. (6) Giuseppe Fanciulli, cit. Il Fanciulli, che scriveva in pienp periodo fascista,. aveva ovviamente tutto l'interesse ad esagerare il ruolo «politico» svolto dal settimanale (l'accenno al Concordato è, ad esempio, veramente comico). Ma, a propositodegli « stracci rossi», si potrebbero riprodurre dei brani estremamente indicativi .della violenza verbale con cui, intorno al 1920, Il Giornalino spalleggiò le «spedizioni» fasciste contro gli « accaniti leninisti», « ostili a tutto che parli di italianità ». [82]
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