1abilità, ma semplicemente al fine di poter dare alcune i'ndicazioni per meglio operare nel prossimo futuro, i'n una situazione che risulta fin da ogg,: più grave di' quanto anche osservatori pessimisti, come i·n fondo ci riteniamo di essere noi che guardiamo le cose dal Mezzogi'orno, potessero prevedere. Ora naturalmente, in presenza di"·questa nuova sùuazione - diventata esplicita soprattutto attraverso la risoluzione dell'ultimo Consiglio nazionale democristiano, e l'involuzz'one destrorsa di gruppi e dz correnti' che eravamo abituati"a consi'derare sulla linea della tradizz'one di un partito che De Gasperi definì « di centro che si' muove verso si'nistra >> - si pongono per tutti problemi· nuovi. Si pongono per i democristiani', i quali' non potranno i'lludersi di aver trovato la pace interna e l'unità, in altri' termim,' un nuovo equi'librz'o,sulla base della rz·soluzione del Consiglio nazionale: non si ristabilisce infatti' l'unùà dopo che si è linciato un leader, nè si' ottùne un nuovo equilibrz'o sacrz'ficando gli interessi e le aspirazioni di almeno una metà degli iscrz'tti. Si pongono per i soci'aldemocratici' e si' pongono per i socialisti, i quali ultimi - il recente Comitato centrale ne è una prova - subiranno ora una spinta verso il frontismo, perchè risulta ormai provato (da un'esperienza che si intitola al primo governo Segni e al governo Zoli, al governo Fanfani e al secondo governo Segni) che con i governi democratici' i socialisti si muovono verso l'autonomia politi'ca e programmatica, e con i governi di apertura a destra vengono rz'sosp1:ntsiu posizioni di' fronte popolare (e c'è da augurarsi che, sulla base di quanto è già avvenuto in Francia, un processo del genere non abbia a verz'ficarsiin modo più rapido e più esteso di quanto non fosse lecito prevedere nei mesi scorsi). Sz' pongono infine per i repubblicani e per i radicali: essendo ormai chiaro, anche per ripetute e recenti ammissioni di scrittori di queste parti politiche su Il Mondo e su La Voce Repubblicana, che altro è sostenere (come noi abbiamo sostenuto e sosteniamo) la possibilità di un allargamento dello spazio democratico solo in base ad una franca intesa tra democristiani, laici e socialisti; altro è sostenere la tesi di uno scontro frontale fra tutta la DC e tutta la sinistra (comunisti compresi?); e altro, infine, è sostenere la tesi semplicistica e trasformistica del fiancheggiamento incondizionato alla DC. Giudicare alla stregua di un mero esercizio di « bizantinismo » tali necessarie precisazioni delle linee politiche disponibili per la democrazia laica significherebbe persistere in una rinunzia a « ragionare » le proprie posizioni e le proprie re- [9] Bibliotecaginobianco
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