di-:grande efficacia, qualsiasi fosse l'origine del capitale, e che anzi la concorre~za fra enti pubblici e società private avrebbe dato frutti positivi, accelei:ando le ricerche e le coltivazioni. D'altra parte occorreva accertare le vere possibilità del petrolio siciliano prima di formulare programmi, mentre era opportuno avere una chiarezza di scopi e una flessibilità politica nell'azione, evitando accaparramenti di aree e sterilizzazione conseguent~ delle eventuali risorse. 3. :rvientrenel settore petrolifero le società permissionarie e concessionarie continuavano nel loro lavoro, in caro.po politico l'attenzione veniva polarizzata dal progetto di legge per l'industrializzazione, sul quale si appuntavano le speranze della classe in1prenditoriale siciliana, organizzata nella Sicindustria, organismo che superava le normali competenze delle associazioni di categoria, per assurgere al ruolo di gruppo di pressione nei confronti del G~verno regionale. Pertanto la politica petrolifera acquistava un'importanza secondaria in Sicilia dimostrandosi così l'interesse prevalente di una politica antidepressiva generale. Nella campagna elettorale del '55, però, il petrolio rappresentò l"argomento di maggiore incandescenza. Le tesi favorevoli a una libera competizione trionfarono; ma, più che in omaggio a principi, ciò avvenne in considerazione di concreti interessi economici della Sicilia. I vari progetti di legge nazionali sulle ricerche degli idrocarburi influenzavano il mondo politico siciliano e alimentavano correnti revisionistiche della legge regionale. Tranne alcune eccezioni, la grande opinione pubblica non affrontava ancora il problema petrolifero nei suoi termini economici, ma in quelli politici, di controllo pubblico, regionale o nazionale, contro la lettera e lo . spirito della legislazione siciliana. Le forti pressioni revisionistiche portavano all'elaborazione, in sede di Consiglio Regionale delle Miniere, di un progetto di legge aderente alla legislazione nazionale, restrittiva, com'è noto rispetto a quella regionale, adducendo la necessità di una coordinazione politica delle due leggi al fine di un'unitaria politica dell'energia: tesi indubbiamente non autonomistica, perchè subordinante la legislazione esclusiva siciliana a quella nazionale. Il progetto non ebbe seguito, e rimase solo la minaccia di revisione che poteva generare incertezze. Non ci sembra però che si possa dire che abbia negativamente influito sull'andamento delle ricerche, che sono continuate con soddisfacente ritmo. Accenni per unJ. proiezione più vasta della politica petrolifera non si colgono in dichiara-- . f 921 Bibliotecaginobianco
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