Nord e Sud - anno VI - n. 52 - marzo 1959

La mostra offre un gruppo di opere <li un livello sicuramente superiore a quello che normalmente si nota nelle esposizioni di arte astratta a Napoli. Per quanto la situazione della città sia delle più difficili a sviluppare una cultura veramente seria e moderna, dalle arti plastiche alla poesia, dalla musirn all'architettura, questi giovani artisti sono riusciti ad approfondire i problemi <li forma e di contenuto propri della cultura moderna con sufficiente serietà. Troveremo così Guido Biasi intento a scavare quel mondo contemporaneamente spaziale ed organico che trova i suoi precedenti in Kandinskij e in Miro. In Biasi la ricerca si conduce, a differenza dei due maestri citati, soprattutto su di un piano surrealistico, con allusioni ad atmosfere originarie popolate da uomini-macchina e da uomini-massa, argomenti del massimo interesse nel momento presente. Questa ricerca è assai ardua e andrà affinata sia sul piano formale sia su quello conoscitivo: è in ogni caso con piacere che si nota come uno dei temi più scpttanti della cultura internazionale viene avvertito con vivezza e proposto al pubblico, anche nel Sud. Non altrimenti la ricerca di Sergio Fergola si pone su quel piano metafisico, indicato da Klee e Kandinskij, per cui l'arte diviene un fenomeno coscientemente speculativo. Le opere di Fergola hanno una spiccata tensione drammatica, .e riçercano i rapporti che legano l'uomo al cosmo, alle realtà interiori dell'inconscio e a quelle dell'esistenza terrestre. I quadri esposti sono ambedue di ottima qualità: in « Sommerso » abbiamo l'esemplificazione in termini plastici misuratissimi della relazione statica che congiunge l'uomo al destino chiuso e deserto della realtà terrestre; in « Leggenda », invece, si determina, in un colore sonoro e approfondito, una proiezione degli elementi che strutturano la vita: l'amore, la morte, la poesia, l'irrazionale mutare del mondo organico. Tale quadro ricorda le ultimissime opere di Klee per il medesimo interesse alla definizione dell'essenza umana. In unità drammatica vita e morte si toccano, come due poli. Dobbiamo altresì notare i quadri di Bruno Di Bello assai felici per una mnata sensibilità cromatica e per un senso della misura, raro in molta pittura d'oggi: queste opere si rifanno a immagini dell'inconscio intuito attraverso sentimenti e sensazioni mutevoli; ricordiamo inoltre le sculture di Lucio Del Pezzo, in particolare una figurina con andamento di moto, felice trasposizione moderna della Nike di Samotracia; i dipinti di Luca in cui l'informale si precisa su un piano di raffinata decorazione; e infine alcuni inchiostri di Mario Persico di un colorismo immaginoso di tipica tradizione napoletana. Ci siamo soffermati su questa mostra perchè indica il grado di coscienza in cui sono avvertiti dagli artisti meridionali più sensibili i problemi espressivi dell'arte moderna. Non è il caso di soffermarci ulteriormente a illustrare la situazione nella quale operano questi· artisti, ma non possiamo tacere l'indifferenza accidiosa dei giornali locali. Uno di questi, Paese sera, si è distinto per un gretto provincialismo campanilistico svalutando l'apporto morale e [85] Bibliotecaginobianco

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