]iberare in forme plastiche la propria angoscia, il giovane Lebenstein, attraverso un meditato procedimento astrattivo, che passa da una figurazione serrata e cromaticamente terrea ad una astrazione più libera e luminosa, raggiunge soprattutto nelle ultime opere la definizione della realtà dell'uomo, quale è avvertita in Polonia. La realtà, cioè, della solitudine, del destino che è imposto e non è nelle nostre forze combinare, del conflitto tra realtà e apparenza, e infine della tenace resistenza in una fede quasi assurda nell'uomo. La medesima realtà, insomma, che si poteva riscontrare negli scritti di alcuni scrittori polacchi - Hlasko, Bialoszewski, Rozewicz - pubblicati nell'agosto 1957 da Tempo Presente. 11 più delle volte l'urgenza di questa realtà impedisce all'atto creativo di precisarsi, e a ciò si aggiunge la difficoltà di esprimersi in linguaggio moderno, dopo che la tradizione aperta dai i\iialevic e Strzeminski è stata interrotta dall'involuzione realistica imposta dal regime. In ogni caso la pittura di questi polacchi è di estremo interesse, particolarmente nel Mezzogiorno; anche esso, conie dice il Marchiori che ha presentato la mostra, cerca di conciliare l'amore dell'Europa. a quello per la propria terra, e crediamo opportuno aggiungere, con l'esigenza di acquisire un permanente inserimento nella problematica più viva dell'arte d'oggi. Cade a proposito l'ultimo avvenimento di cui merita parlare. Si tratta della mostra del « Gruppo '58 » con l'intervento di Enrico Baj alla Galleria San Carlo di Napoli. Per più riflessi la manifestazione deve essere analizzata. Anzitutto perchè, a circa un anno dalla sua formazione, questo gruppo di giovanissimi pittori napoletani si qualifica già come il fenomeno più serio nell'ambito dell'arte afigurale o astratta cittadina. Secondariamente perchè il medesimo gruppo, attraverso mostre nell'Italia centrale e settentrionale, testimonia al di fuori di Napoli l'impegno e l'interesse che il Mezzogiorno porta ai problemi dell'arte moderna. Legato alla Galleria S. Carlo, il « Gruppo '58 » trova un infaticabile organizzatore e stimolatore in Luigi Castellano, che dipinge col nome d'arte di Luca. Aver saputo scegliere gli artisti pii.1 seri e maggiormente maturi, l'esser riuscito a organizzarli e a farli conoscere al di là del Volturno, non è certo una impresa agevole in un ambiente difficile come quello napoletano. Questa volta, un altro merito dobbiamo attribuire a Castellano: quello di aver portato a Napoli uno dei fondatori del Movimento di pittura nucleare, Enrico Baj, che presenta due opere. A proposito dello stesso Baj si dovrà poi notare. con piacere l'appoggio che egli dà a questi artisti meridionali, esponendo sue opere a Napoli, e aprendo loro varie possibilità anche a lVIilano. Anche quÌ è neces~ario sottolineare il valore e l'utilità di ogni intervento esterno in favore dell'arte e della cultura nel :Meridione. (84] Bibliotecaginobianco
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