Nord e Sud - anno VI - n. 52 - marzo 1959

via non possano definirsi con altro termine che « moderno ». L'assenza di ogni altra manifestazione di alto livello nel campo dell'arte attuale fa sì che l'attenzione degli amatori d'arte e degli studiosi si volga tutta alle opere del passato con un interesse che, forse, non trova eguali in altre città dove l'arte contemporanea pone in ombra quella antica. Così, vetrine come quelle della Collezione De Ciccio, contenenti le maioliche ispano-arabe delle fabbriche di Manises presso Valenza (sec. XV-XVI), promuovono. un autentico interesse per i rapporti cromatici, il raffinato gioco lineare, la sapiente partizione degli spazi e il. senso del movimento. Vere sorprese, an~he per chi già conosceva analoghi esemplari conservati al Museo Duca di Martina. L'attuale gusto dell'astrazione può essere studiato proficuamente in opere come queste, e in altre, Lra cui citiamo le preziose maioliche persiane e siriane, e i vasi e alberelli fioi·entini, dove il primitivo riferimento al motivo naturalistico di fiori e di foglie si è dissolto nel puro gusto della composizione geometrica. Non altrimenti nell'arte moderna il punto di inizio delle ricerche astrattive si rivela spesso 11ella rappresentazione di forme naturalistiche. · Non è questa la sede per porre le necessarie disLinzioni tra passato e presente nel campo delle forme astratte. Ci preme poÌTc qui l'accento sulla strana situazione ·meridionale. Se Eugenio Battisti poteva scrivere sul Verri (N. I, anno II, I 958): « Già oggi si visitano i musei di arte antica con la cu~ riosità di chi si affaccia a un mondo esotico: nessun ponte diretto più ci collega al Rinascimento e al Barocco», - a Napoli, la situazione è esattamente invertita: nessun ponte ci collega al moderno, che per la maggioranza è peggio che esotismo, e solo nell'antico è possibile trovare qualcosa di moderno: quelle ricerche cioè, che, rimaste per lungo tempo poco considerate, vengono oggi ad acquistare un preciso significato storico. Il gusto che presiedeva agli impasti di certi vetri rinascimentali di Murano (esposti nella Collezione De Ciccio) è dello stesso ordine e.liricerche delle tendenze che oggi diciamo informali. Solo questo esempio può indicare quanto utili siano le esposizioni museografiche del tipo di quella di Capodimonte: per la loro chiara leggibilità permettono l'assimilazione e una continua operatività alle forme dell'arte antica. E tale funzione culturale non si può dire che moderna. Il secondo avvenimento di cui merita parlare ci porta direttamenle nell'argomento centrale di quest_a nota: la necessità di un intervento esterno in favore della cultura artistica meridionale. È questo il caso della mostra dei « Disegni veneti in Polonia», giunta fino a Napoli grazie a1l'interessamento delfa Fondazione Cini di Venezia che ha organizzato la manifestazione. Rendendo possibile che una esposizione di opere poco note ma di grande interesse giungesse fino al ?-.1ezzogiorno, essa ha dimostrato una considerazione per il Sud altamente meritevole. La mostra, ottimamente ordinata al l'vfuseo di San ·Martino, non ha visto purtroppo la affluenza che meritava. L'u blica- [82] Bibliotecaginobianco

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