Nord e Sud - anno VI - n. 52 - marzo 1959

Isabella nel n. 49 di Nord e Sud). Si può dire - e perfino documentare - che ora ci è stato dato appunto un piano cattivo e magari addirittura pessimo. Ma l'esigenza più urgente resta quella di porre fine al perpetuarsi di una deleteria anarchia urbanistica ed edilizia contro la quale è facile - ma alla .fine purtroppo vano - scagliare i fulmini della cultura. Giova quindi con- -centrare gli sforzi per agire nel senso che qui si è suggerito, se è vero, come- .a noi sembra, che questi sforzi potrebbero conseguire il risultato di fare del piano cattivo, o addirittura pessimo, uno strumento per la decompressione, una premessa di un piano tempestivo e realistico. La strada percorsa dalle « astuzie della ragione -.. non è sempre quella segnata dalla linea retta. CORR.\00 BEGUINOT 11· teatro .depresso Discussioni, polemiche, chiamate di correo, interventi per fatto personale e non, hanno invaso recentemente - argomento: il teatro italiano - quotidiani e settimanali a larghissima tiratura. La qual cosa starebbe a dimostrare che i problemi della scena di prosa interessano milioni di persone, se,, non spuntasse, fondato, un dubbio: tanti lettori seguono con avidità non certo la sostanza delle discussioni, ma le maldicenze, i piccoli scandali, le svelate povertà: stuzzicanti per il solo fatto di riguardare attori, impresari e registi noti alla maggioranza sotto un profilo soprattutto mondano. Ecco: per un attimo si è sperato in una specie di « Confidential » a più voci del teatro italiano. E c'è da credere che solo a questo si deve la curiosità del grosso pubblico e la gran quantità di spazio concesso all'argomento sulla pagine di settimanali che di consueto sono riservate ad altre cronache. Le varie inchieste apparse qua e là hanno ricordato punti di vista annosi ,quanto gli interessi che celano. Ed hanno approdato a nulla, o quasi. Mà, dalle polemiche è comunque emerso: a) l'assoluta inutilità di conte- ·stare colpe o responsabilità, di rinfacciare errori, di discutere con acrimonia, se nessuno degli interlocutori è disposto ad abbandonare il ruolo di cannibali .. verso chi n~n fa parte della stessa congrega, della stessa parrocchia; b) tutti gli interventi, i tentativi di chiarificazione, per quanto affannosi e provvisori, ignorano completamente le disastrose condizioni in cui versa la vita teatrale al di qua del Garigliano e nelle Isole. Torna opportuno ricordare, al riguardo, che nel 1953 il numero di rappresentazioni di teatro primario di prosa sono state, in tutt'Italia, 3586. Contemporaneamente, nelle regioni della Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, esse risultavano in numero di 188. [77] Bibliotecaginobianco

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