testo », non venga distorto in analisi volutamente particolaristiche (così I att esempio, non dimentichiamo che un certo tronco stradale fa parte di un de~ terminato circuito stradale previsto in funzione di un generale schema di scorrimento: è su questo o su quello che eventualmente si potrà discutere, non sur tronco che, in quanto tale, non ha alcun significato). · Alla luce delle considerazioni fatte - ma vorremmo dire, con lo spiritoche le ha suggerite - debbono essere valutate alcune proposte nelle quali si sintetizzano in parte le richieste di fondo per il cui accoglimento occorre con-- tinuare a battersi. Così, soprattutto, la richiesta cli suddividere il territorio comunale nelle· seguenti cinque zone, definite dalle seguenti normative:· 1) Centro urbano antico (compreso entro il perimetro delimitato da via G. Sanfelice, via Monteoliveto, piazza Dante, via E. Pessina, piazza Cavour,. via Foria, San Giovanni a Carbonara, piazza Garibaldi, corso Umberto I: in esso, delle previsioni di piano doHebbero essere conservate le sole norme di attuazione specifiche della zona storica. 2) Zona delimitata da: Corso Garibaldi - Marittima - Via Acton - via Nazario Sauro - piazza Vittoria - Riviera cli Ghiaia - piazza Piedigrotta - piazza Sannazaro - salita Piedigrotta - piazza Picdigrotta - corso Vittorio Emanuele - piazza Mazzini - via Salvator Rosa - Museo - via Foria - piazza Carlo III: vinco-· lo da ricercare in base a 180 vani di abitazione per ettaro (rapporto pari all'attuale). Altezza mass~ma m. 18, tranne che nella zona del Maschio Angioino e del Palazzo Reale (Con escJusione del Piano di Ricostruzione). 3) Zone di ampliamento di cui ai piani regolatori del 1886, con determinazione da farsi degli indici di utilizzazione e delle nuove delimitazioni. 4) Zona agricola per creare una soluzione cli continuità tra la città; odierna e le aree di espansione previste dal piano I959. 5) Zone di espansione previste dal Piano, idonee a rispondere a tutto il' fabbisogno edilizio per un periodo certamente non inferiore a 30 anni (vani previsti dal piano: 500.000, per 660.000 abitanti). Si tratta, come appare con evidenza, di proposte estremamente concrete e· suscettibili di essere innestate nel Piano 1959 per renderlo uno strumento idoneo ed efficace, beninteso nei limiti inizialmente precisati. Dei quali naturalmente noi ci rendiamo pienamente conto: al punto da averne premessa la disamina ad ogni altra considerazione. Ma, chiariti questi limiti, non possiamo dimenticare che giustamente, su questa stessa rivista, si è avvisato che l'esperienza napoletana ci insegna essere· 4( meglio un cattivo piano che nessun piano» (cfr. l'articolo di Ferdinando-· [76] Bibliotecaginobianco
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