Nord e Sud - anno VI - n. 52 - marzo 1959

·e non di rigetto. Perchè? Perchè siamo fermamente convinti ciella essenzialità di' alcuni nessi fondamentali: - « il piano » per Napoli, presupporrebbe di necessità una oculata pianificazione economica come premessa delle soluzioni tecniche adottate; una idonea politica degli investimenti esula a tutt'oggi almeno dai limiti <li un Piano Regolatore Generale Comunale, al livello del quale non esiste alcuna possibilità di controllo e di condizionamento in questo senso, e quindi, alcuna possibilità che il Piano rappresenti un coerente s\·iluppo di direttrici il cui andamento rimane «imperscrutabile»; ciò implica la odierna irrealizzabilità di un piano « tecnicamente perfetto» per Napoli; e di conseguenza, modifica in misura sostanziale il giudizio che si potrebbe dare su alcune soluzioni tecniche specifiche, forse non perfettamente idonee, e limita il nostro dissenso di fondo al problema degli indici di utilizzazione: una· questione sostanziale, certo, ma che costituisce terreno di incontro e non barriera invalicabile. Si badi che la duplice coscienza della preminente funzione della pianificazione economica rispetto a quella tecnica, e dell'impossibilità di realizzare tale politica degli investimenti al livello comunale, lungi dal condurre ad una limitazione o circoscrizione delle possibilità cli studio e di intervento al solo campo tecnico, porta ad una realistica visione dei limiti congeniali ·a questi tipi di intervento. Ad esempio, il problema dell'accentramento in una parte del territorio urbano, di oltre un quarto della popolazione napoletana più povera, priva di un definito campo cli attività economica e conseguentemente di una precisa collocazione sociale, costituisce uno degli aspetti fondamentali dell'ambiente sociale ed economico napoletano, uno di quegli elementi che rispetto alle soluzioni tecniche sono condizionanti: nel senso che non si tratta <li tenerne conto in qualche maniera, bensì di proporzionare a tale presenza ~li interventi stessi. I problemi del decentramento e del risanamento possono infatti - ed è il volto stesso della nostra città a dircelo chiaramente - se impostati e risolti ~ul solo piano tecnico, portare a conseguenze del tutto diverse da quelle inizialmente previste. Quando le possibilità di « lavoro », e quindi di sopravvivenza, di un determinato nucleo sociale sono legate anche a un certo tipo di rapporti fra lavoro e residenza, non si può pensare di sradicare questo com~ plesso unitario, senza predisporre un «humus» economico in cui trapiantare questa particolare condizione (il che peraltro non esclude ìenomeni di « sofferenza » ). Si arriva quindi al paradosso di un piano tecnicamente ideale l72J Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==