.dove l'iniziativa pubblica e privata trovasse ,concreto interesse ad intervenire. Vi sono, poi problemi relativi ai nuclei residenziali, alla rete viaria, al centro urbano antico, al fatto che molte soluzioni del Piano, specie nel centro, rispondono più ad interessi particolari che a quelli cittadini e che, appunto per ciò, saranno le prime ad essere realizzate, compromettendo ancor più le gravi situazioni esistenti: tutto ciò rende cauti nel giudizio complessivo da dare sul Piano. Noi, nonostante tutto, siamo sempre del parere che si debba dare al più presto un Piano Regolatore a Napoli e che ogni altra considerazione debba essere subordinata a questa esigenza. Ed a chi ci domanda: ma quale Piano Regolatore? Noi rispondiamo: non certo un Piano perfetto, perchè esso, oltre .tutto, è fuori della realtà napoletana, ma semplicemente un piano accettabile. Si tratta ora di vedere, dato il Piano che è stato predisposto dall'Amministrazione Comunale, fino a che punto è possibile renderlo accettabile, e che cosa bisogna fare per renderlo tale. Se occorre, cioè, seguire la strada di coloro che sostengono che sarebbe meglio svuotare il Piano e ridurlo ad un semplice schema di norme eh~ consentano il meno possibile, in attesa di poter fare un piano che soddisfi di più le proprie aspirazioni, o se è meglio rielaborare rapidamente il già fatto, eliminando gli errori più gravi e le contraddizioni più stridenti, rinviando per il resto ai piani particolareggiati. Quest'ultima a noi sembra 1a soluzione da prendere in comiderazione, in vista anche della necessità di non lasciare senza un'organica direttiva comunale la politica d'investimenti che necessariamente si donà fare per Napoli nei prossimi anni. FERDIN.\NDO ISABELLA La « decompres!ilione » e il Piano Regolatore napoletano Una ormai secolare desuetudine alla norma di piano regolatore (solo dal 1832 ad oggi, Napoli ha avuto ben 27 fra norme, regolamenti, etc. e 19 piani urbani, progetti di ampliamento, piani parziali e così via: nessuno di questi ultimi però mai perfezionato e reso operante) determina curiosamente un difJuso atteggiamento negativo: qualsiasi proposta o programma sembra infatti del tutto errato, o assurdo o deleterio per le sorti della nostra città, quasi che la prospettiva di elaborarne uno perfettamente idoneo sotto il profilo tecnico, e concreto, lungi dall'appartenere al limbo delle aspirazioni utopistiche, costituisse una effettiva e realistica possibilità. Eppure, un piano regolatore rappresenta per Napoli un fatto comunque positivo, un passo innanzi rispetto alla precedente situazione di totale carenza: f70I Bibliotecaginobianco
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