sui quali non possiamo non essere d'accordo, là dove è detto che occorrono « idonee trasformazioni ed ampliamenti dell'attuale struttura urbanistica, per stimolare un ampio processo di sviluppo industriale e di incremento produttivo, più corrispondente alle ingenti forze sociali di Napoli». Ciò vuol dire c1eare urbanisticamente l'ambiente nel quale la dovuta trasformazione sociale possa agevolmente attuarsi. Ma qual'è il modo con il quale il Piano intende, in concreto, realizzare questo ambiente? Quali sono, in effetti, le norme dettate per agevolare le trasformazioni e gli amplia men ti dell'attuale struttura urbanistica? Se il processo di sviluppo industriale e di incremento produttivo condurrà, come dovrebbe condurre, ad una promozione delle forze di lavoro napoletane ora disoccupate o sottoccupate, per queste forze di lavoro promosse bisognerebbe prevedere insediamenti fuori del centro urbano, in località dove ·saranno impiantate od attivate fonti di lavoro e di produzione. Da ciò-derivano, in termini urbanistici, problemi di decongestionamento e di espansione, con le soluzioni che il Piano Regolatore deve appunto indicare. Non è che questi problemi non siano stati posti nel Piano e non si siano suggerite anche alcune soluzioni (Vol. III - da pag. 155 a pag. 191); soltanto che queste finiranno per rimanere in parte soltanto affermazioni teoriche, dato che, essendosi consentiti elevati indici di utilizzazione planimetrica ed altimetrica, si son lasciate nel centro possibilità di edificare con eccessiva larghezza. Tali ampie possibilità sono in contrasto non soltanto con le direttive economico-sociali innanzi esposte, ma anche con i criteri relativi al diradamento ed al rispetto di zone panoramiche o, comunque, d'interesse storico od artistico. Perchè è evidente che le zone centrali, nelle quali si lasciano larghe possibilità di sfruttamento, saranno maggiormente appetite dall'industria edilizia, per cui il programma di decongestionamento non conseguirà alcun effetto, si aggraverà ancor più la già denunciata sproporzione tra la dimensione demografica e la struttura produttiva e si renderanno, in definitiva, più pesanti le attuali situazioni igieniche, di decoro, di traffico, ecc. nel centro cittadino. C'è chi pensa che questi gravi errori d'impostazione possano essere corretti con la riduzione degli indici di fabbricabilità, ossia con norme che limitino le possibilità di sfruttamento edilizio ~el centro urbano. C'è chi solleva fondati dubbi a riguardo, perchè ne deriverebbero disposizioni troppo elastiche e tali da consentire deroghe ed evasioni, specie quando esse non trovassero sostegno negli incentivi dettati da una politica urbanistica seriamente ed effettivamente impostata sul decongestionamento e l'espansione. In altri termini, si potrebbe davvero fare affidamento sulle limitazioni al centro quando si attirasse, nel contempo, l'attività degli operatori economici in altre zone, [69] Bibliotecaginobianco
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