cinà ... che· non sia an·che· e ·soprattutto una soluzione sociale ed economica » (Vol. I - pag. I 76), e che· 'tmo dei compiti dell'urbanistica sia quello di considerare: « quali sono, in concreto, le possibilità di sviluppo, in relazione JÌ Piani politici ed economici, ed alle iniziative pubbliche e private » (ivi - pag. 193); frasi, queste, che resterebbero pure affermazioni di principio, vaghe e generiche, se non fossero seguite da altre precisazioni come quella che: « la rinascita economica e sociale di Napoli potrà verificarsi soltanto assicurando alla città una più grande ed organica struttura industriale» · (ivi - pag. 211), e se non portassero alla conclusione che la pianificazione urbanistica di Napoli « deve innestarsi in una pianificazione economico-politica che promuova - oltre i limiti e le deficienze della cruda realtà attuale - un'ampia e feconda evoluzione della città » secondo le direttive fondamentali contenute nella legislazione a favore del Mezzogiorno,· nel' Piano Vanoni e nel trattato del Ivlercato Comune Europeo (ivi - pag. 217). Ma nemmeno queste precisazioni lascerebbero soddisfatte le esigenze di una corretta pianificazione urb,anistica, sé esse non trovassero concreta estrinsecazione almeno nella indicazione dei criteri e delle direttive che dovranno presiedere alla vera programmazione delle opere con le quali si dovrà dotare Napoli delle infrastrutture indispensabili al· suo sviluppo economico e degli impianti fissi richiesti da una migliore condizione di vita della sua popolazione. ' ' Così, per quanto riguarda il Porto - considerato, a ragione, l'insostituibile cuore della vita produttiva della città - { problemi da risolvere sono stati indicati principalmente nel suo ampliamento,, nei collegamenti tra i varchi portuali e le zone destinate alle attività industriali ed a quelle turistiche, nonchè nella sistemazione delle zone urbane prossime alla cinta portuale (Vol. II - pagg. 51 e 52); problemi, questi, rispondenti alle effettive esigenze del nostro porto, e le cui soluzioni suggerirono le opere previste nel Piano di Ricostruzione dei quartieri Porto, Mercato, Pendino ed adiacenze, piano approvato e vigente e che è stato inserito nel nuovo Piano Regolatore Generale (Vol. III - pagg. da 120 a 126). Questo prevede anche un ampliamento i'n senso longitudinale, in direz'ione Est, del quale, in verità, non _si ravvisa la necessità, essendo nota la carenza non di moli e banchine, ma delle attrezzature portuali, che potranno trovar sede negli spazi lasciati liberi dal progettato ampliamento in senso trasversale. Per le zone industriali il discorso dovrebbe essere più ampio e complesso, perchè esso investe problemi di più largo respiro, certamente al di fuori del territorio comunale. Purtuttavia, anche in rapporto alla conseguente espansione di alcuni nuclei residenziali, il problema delle zone industriali è stalo considerato dal nuovo Piano Regolatore· Generale (Voi. II - pagg. 59, 60 e Vol. III - pagg. 53, 54), anche se la scelta non è stata fatta, come doveva, in accoglimento di effettive esigenze accertate in sede di studio del Piano, ma [67] Bibliotecaginobianco
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