Nord e Sud - anno VI - n. 52 - marzo 1959

esprime in termini di favoreggiamento per talune clientele locali, in termini di generale politica conservatrice, e, last but not least, in termini di ulte-riore deterioramento della politica meridionalista e dei suoi strumenti istituzionali. In questo senso uoi saremmo più cauti di quei nostri amici clze hanno interpretato le -recentivicende politiche come una « chiarificazione», di cui, in quanto tale, ci si dovrebbe comunque compiacere. Può darsi che «chiarificazione>>ci sia stata, o che sia in corso; ma, allo stato attuale delle cose, questa «chiarificazione» potrebbe riuscire dannosa proprio alle forze di più schietta ispirazione democratica. E potrebbe riuscire dannosa anche per l'on. Nenni, se fosse vero (e potrebbe essere vero) che, cristallizzandosi la situazione parlamentare e politica cui il governo Segni ha dato luogo, il PSI dovesse essere condannato a predicare per quattro anni l'alternativa, magari a guadag11arepoi mezzo milione di voti, ma comunque disporsi a predicar.e ancora l'alternativa,· almeno per altri cinque anni. Non vorremmo, cioè, che per aver respinto a Napoli l'apertura, i socialisti si trovassero conda11nati al ruolo· di oppositori permanenti: nel senso che non avremmo alcuna alternativa a breve termine; e quanto all'alternativa a lungo termine, che sembrava costituire /'.indicazione più rilevante fra quelle fornite dalla maggior parte degli oratori avvicendatisi al congresso di Napoli, essa potrebbe esaurirsi in una situazione politica nella quale al socialismo non sarebbe riservata altra parte se non quella di rimanere permanen 4 temente sui banchi di un'opposizione che sarebbe « a lungo termine» fra dieci anni così come lo è oggi. Del che la situazione tedesca dal 1949 ad oggi fornisce un esempio concreto e ammonitore. Il più immediato fra i problemi politici che oggi si propone alle forze democratiche, laiche e cattoliche, liberali e socialiste, ci sembra quindi quello di impedire che la situazione parlamentare e politica cui ha dato luogo il governo Segni abbia a cristallizzarsi. Ma non ci si deve nascondere che questa crisi e il governo che n'è venuto fuori hanno sfiancato la parte migliore della DC, ciò che in essa v'era di moderno e di positivo, sia pure, in parte, allo stato velleitario. Il primo sconfitto dalla crisi di gennaio è il partito democristiano medesimo, come partito con una sua capacità di sviluppo, con una sua classedirigente, con una sua vocazione programmatica; il partito, insomma, come strumento della lotta politica moderna. Hanno vinto, invece, i cosiddetti notabili (e ciò si vedrà ancora meglio quando sarà caduta la polvere [4] Bibliotecaginobianco

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