Nord e Sud - anno VI - n. 52 - marzo 1959

caso dei centri amministrativi) artificialmente si sono determinati o si ,·anno determinando un rinnovamento agricolo più o meno profondo o un forte impulso all'addensamento urbano, anche indipendentemente dalla natura e posizione della zona. È così che troviamo come zona attiva la Conca di Cosenza e non la penisola salentina, ad esempio. V - Soltanto assai raramente anche le zone più attive constano di una serie di comuni tutti attivi. Quasi normale è il caso inverso di zone che pur presentano una innegabile unità dal punto di vista geofisico o geoeconomico, ma che dal punto di vista de1nografico-migratorio presentano una · fisionomia più complessa, risultando spesso << attive >> soltanto in grazia del fatto che uno o due comuni in esse -compresi fanno registrare una eccedenza degli iscritti sui cancellati superiore alla eccedenza contraria fatta registrare da tutti gli altri comuni della stessa zona presi insieme. Noi abbiamo preferito, in tali casi, considerare quasi sempre unitariamente tali zone, oltre che ·per le ragioni a suo tempo esposte, anche per evitare di dare una visione della realtà demografico-migratoria del Meridione eccessivamente frammentaria, in cui si sarebbero avuti alcuni casi di comuni « attivi >> emergenti senza una ragione apparente da vaste zone a comportamento opposto, laddove un nesso fra tali zone e i centri che ne enìergono per capacità ricettiva sussiste quasi sempre. Indubbiamente, però, il fatto che j'assorbimento di eccedenze demografiche meridionali nello stesso Meridione avvenga più in singoli centri che in vere e proprie zone costituisce un aspetto assai importante di tale fenomeno, sia perchè è indice della scarsa orgaoicità e dell'accentuata casualità con cui prosegue il processo di ridimensionanìento della distribuzione della popolazione meridionale, sia perchè richiama l'attenzione in particolar modo su alcuni centri protagonisti e poli principali del fenomeno stesso. Da questo punto di vista sono specialmente da tener presenti: Battipaglia, Cosenza, Montalbano }onico, Foggia, Pescara, Avezzano; i comuni, cioè, di un certo respiro nei quali, durante il periodo di nostro interesse (1951-57), si è determinato un incremento di popolazione superiore al 20 % (si ricordi che l'analoga media meridionale è del 5,84 %). E da questo punto di vista è anche da dire che uno degli aspetti principali del movimento migratorio interno al Meridione nel prossimo avvenire sarà dato appunto dalla misur2. in cui tale movimento riuscirà a guadagnare in organicità e in omogeneità per quel che riguarda le sue deBibliotecaginobianco

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