nggiunto in un determinato paese. Nel periodo di fondazione e di prima espansione della civiltà industriale tale grado di forza e di << sanità » fu basso, -e talvolta assai basso; e in quel periodo milioni di uomini dovettero abbandonare per altri lidi i paesi che si andavano industrializzando. Ma negli ultimi decenni - in parte per le sempre minori possibilità di collocamento in altri continenti, in parte per la sempre più organica corrispondenza fra la dim.ensione industriale e la dimensione demografica dei singoli paesi interessati - le grandi migrazioni intercontinentali hanno cessato di costituire la fase prevalente del rapporto fra industrialismo e migrazione; ii cui accento è venuto a cadere ormai quasi del tutto sulle migrazioni interne a ciascun paese e sulla promozione di vaste masse dall'uno all'altro ramo dell'attività produttiva, con una pluralità e dinamicità di problemi che le rende sempre più complesse e significative, al punto che gli indici di mobilità territoriale e professionale della popolazione di un paese si trovano sempre più a corrispondere agli indici esprimenti il ritmo di sviluppo industriale dello stesso paese. In questo stadio si trova attualmente, quasi per intero, il Settentrione d'Italia al quale - specialmente nelle zone del << triangolo » - lo schema di rapporto fra industrialismo e migrazione da noi sopra delineato si attaglia, nelle sue diverse fasi, perfettamente. Ben diverso è, invece, il caso dell'Italia Meridionale. Qui, infatti, il rapporto fra industrialismo (o sviluppo generale) e migrazione non è stato, per lunghissimo tempo, un rapporto dall'i~terno, nd senso che non è stato uno sviluppo industriale del Mezzogiorno stesso a sollevare le grandi ondate migratorie partite da esso. Si è trattato, al contrario, di un rapporto dall'esterno: lo sviluppo dei paesi transoceanici e l'assai più stretto inserimento (dopo l'unità Italiana) del Mezzogiorno nel circolo dell'economia capitalistica internazionale, congiunti al contemporaneo potente essor demografico delle nazioni europee e alle potenti sollecitazioni sussistenti specificamente nel Meridione ad un intenso processo di espulsione delle eccedenze demografiche ivi disponibili, sono stati essi i veri fattori dell'emigrazione dall'area depressa dell'Italia meridionale verso aree di ricezione più sviluppate. E da questo punto di vista chi vorrà inquadrare l'emigrazione meridionale del secolo scorso, e fino alla prirn;i guerra mondiale, nell'ambito del più vasto movimento migratorio europeo dello stesso periodo, dovrà necessariamente apparentarla all'emigrazione mossa dall'Irlanda, ad es., anzichè a quella mossa dalla [49_1 Bibliotecaginobianco
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