Nord e Sud - anno VI - n. 52 - marzo 1959

amministrative del 1956 (37 ) ciò si -deve probabilmente al voto di elettori immigrati non an_coraoccupati, sottoproletari e non al recupero di elettori operai stabilmente occupati e facenti parte quindi del vero e proprio proletariato (38 ). Una ragione di più, pertanto, per cui gli ambienti anticomunisti con responsabilità di governo dovrebbero profondere un più generoso impegno in una politica di piena occupazione: ma questa non può avere appunto altro presupposto che la redistribuzione professionale e territoriale della popolazione agricola. Le considerazioni di geografia elettorale; relative al constatato c;livario tra co1nportamenti dell'elettorato urbano e comportamenti dell'elettorato rurale, non sono tali comunque da spingere la DC a intraprendere una ·risoluta politica di incoraggiamento e di orientamento dell'esodo rurale, sebbene in questo senso essa sia sollecitata da quelle altre, diverse e ben più imperiose, considerazioni che sono dettate dalle esigenze di un politica economica moderna, « tipo pial].o Vanoni>>. Da ciò derivano l'incertezza e la indecisione della DC e quella « contraddizione in termini » cui si riferiva l'on. Graziosi a proposito dell'atteggiamento che assumono taluni dirigenti politici e sindacali di fronte ai movimenti migratori in corso. ( 37 ) Cfr. <<L'Unità» del 29 maggio 1958. ( 38 ) « Se si vuol risalire ad una valutazione deìl'apporto elettorale degli immigrati, nel quadro dell'intero Piemonte, non si può non dar ragione a chi riteneva, alla vigilia della consultazione, che la massa immigrata avrebbe rinsanguato le posizioni elettorali del PCI, ai danni del quale si prevedevano, in Piemon•te, gravi diserzioni nei settori di aristocrazia operaia » ( dr. Carla Perotti, cit.). ['47] Bibliotecc1ginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==