le campagne non diventino troppi rispetto alla capacità ricettiva delle altre attività economiche del paese e non vadano a creare un fenomeno di deleterio urbanesimo» (2 7 ); dove, più che la giusta preoccupazione per la « capacità ricettiva delle altre attività economiche », si sente echeggiare il solito allarme degli ambienti reazionari e clericali per il « fenomeno di deleterio urbanesimo». E infatti, nella relazione dell'on. Truzzi si legge perfino che tale fenomeno, in base alla « ultima indagine sulle forze di lavoro compiuta dall'Istituto di Statistica>>,avrebbe superato << i limiti di un riequilibrio fisiologico fr:i le risorse terriere e le forze demografiche per assumere un carattere patologico» (2 8 ): affermazione, questa, che non può non definirsi avventata, o, per !o meno, frutto di una interpretazione assai originale sia della indagine sulle forze di lavoro compiuta dall'ISTAT, sia del rapporto fra risorse terriere e forze demografiche in Italia. C'è infine un'altra considerazione da fare. Come c'è un interesse diretto che muove le autorità ecclesiastiche alla polemica contro l'urbanesimo (ed è, come abbiamo visto, il timore di un progressivo processo di scristianizzazione degli inurbati, la preoccupazione che deriva dalla esperienza che il governo sui fedeli è assai più agevole in campagna di quanto lo sia nelle città moderne), così c'è un interesse diretto che, se proprio non impegna ·1aDC in una polemica frontale contro l'urbanesimo (perchè bilanciato da altre, obiettive preoccupazioni, e da precise responsabilità di governo, in ordine allo sviluppo economico e civile del paese), può indurla tuttavia ad assumere, a mantenere, magari ad accentuare, proprio l'atteggiamento di inerzia, a volte circospetto, a volte ambiguo, di cui si sono fornite alcune indicazioni; e soprattutto può indurla a eludere l'esigenza di intraprendere quella politica che auspicava il prof. Ardigò, per orientare e canalizzare nel migliore dei modi le correnti di esodo rurale che si dovrebbero comunque accelerare e intensificare. Si tratta del rapporto quantitativo fra elettorato urbano ed elettorato rurale, delle preoccupazioni che possono venire alla DC dall'aumento del ( 27) Cfr. il « Corriere della Sera» del 20 settembre 1958 (resoconto parlamentare). (28 ) Cfr. relazione della XI Commissione permanente della Camera dei Deputati sullo << Stato di previsione della spesa del Ministero dell'agricoltura e delle foreste 5>, p. 42 (l5 settembre 1958). Bibliotecaginobianco
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