Il convegno romano delle ACLI, al quale la inchiesta sulla industrializzazione di Crotone, insieme con altre, ha recato un -originale contributo, era stato indetto appunto per discutere sull'atteggiamento della Chiesa « di fronte al problema delle masse operaie»; ed esso si è concluso mettendo in evidenza « i benefici dell'industrializzazione e la irreversibilità del cammino storico» (e). È una conclusione che si addice a un organismo che nello schieramento cattolico rappresenta uno dei settori più sensibili ai problemi di una moderna produzione economica, di una equilibrata ripartizione della popolazione per rami di attività, di una migliore condizione di vita per le classi operaie e contadine. Anche il cardinale Siri, in un altro, precedente convegno regionale delle ACLI, aveva affermato che « noi ci troviamo nel momento più violento di un ridimensionamento>>, e che si tratta di « un ridimensionamento che deve avvenire ed è necessario che avvenga » (7): dove sembra che si debba ravvisare l'anticipazione della conclusione cui sono pervenute nel successivo convegno nazionale le ACLI, circa la « irreversibilità » del fenomeno di urbanesimo in corso. Ma, in questo stesso convegno, si sono fatte valere, da parte di autorità ecclesiastiche, pure preaccupazioni e riserve in ordine all'industrializzazione e all'urbanesimo; preoccupazioni e riserve non molto diverse da quelle che abbiamo viste condannate dal padre Lebret. Così, per esempio, l'arcivescovo di Bari si è chiesto se l'industrializzazione del Mezzogiorno rappresenta per la Chiesa un bene o un male: dalla sua risposta si deduce che, anche quando si rendono conto che l'industrializzazione è« utile», e che ad essa non ci si può opporre, che anzi giova unire la propria voce a quella di coloro che chiedono allo Stato uno sforzo per accelerarne i tempi, anche quando si rendono conto di tutto ciò le massime autorità ecclesiastiche mettono quasi sempre l'accento sulla considerazione che essa, l'industrializzazione, « non è priva di pericoli » (8 ). Si dovranno magari << correggere certe forme di religiosità tradizionale », ma, sempre secondo l'avviso espresso dall'arcivescovo di Bari « quan- . do in mezzo alle nostre popolazioni venisse immessa la tipica mentalità operaia, la tradizione a poco a poco perderebbe il mordente e il sen- ( 6 ) Cfr. GIORGIO GRANATA: art. cit. (i) Cfr. ALDo AIROLDI: art. cit. ( 8 ) Idem. Bibliotecaginobianco (35]
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