Nord e Sud - anno VI - n. 52 - marzo 1959

base delle concezioni di Monnet, un paese moderno, avevano in poco più di un decennio, dal '46, anno. del lancio del primo piano quinquennale di Monnet, al '58, preso possesso di importanti leve di controllo a Parigi, negli ,organismi centrali, e nella provincia. Favoriti da Mendès-France, che aveva decimato la vecchia consorteria dei funzionari immobilisti della Terza Repubblica; valorizzati al massimo da Edgar Faure che aveva inaugurato la -espansione economica e avviato il decentramento industriale; sostenuti dal governo socialista che contava di servirsene per creare uno stato pianificatore; amici e colleghi di Gaillard e Bourges-Maunoury, cpe in un certo senso li rappresentavano, essi erano, quando De Gaulle assunse il potere, i « signori paralitici» del paese. Nei ministeri di Parigi e negli organismi periferici esistevano i più arditi e i più moderni progetti, frutto di anni di studi e di lavoro di << équipes » entusiaste: ma non c'era una legge che permettesse di trasformare gli splendidi progetti, orgoglio dell'amministrazione ~ dei tecnici francesi, in realtà concrete. La macchina amministrativa, divenuta, per forza di cose, tecnocratica, non poteva più, come sotto la Terza Repubblica, governare il paese, e girava a vuoto, impotente ed esasperata, delusa dal fallimento di Mendès-France, scontenta delle timidezze socialiste, indotta a riconoscere nel regime parlamentare la causa prima dell'arretratezza del paese e della insensibilità dei ministri. Per modernizzare il paese, l'amministrazione e i tecnocrati reclamarono un << regime forte»: e, nelle more della crisi del 13 maggio, non esitarono a sabotare il governo legittimo. La loro influenza, determinante in moltissimi casi, praticamente incontrastata in alcune regioni, ovunque fosse in corso un tentativo di rammodernamento ed esistesse un ente studi, rafforzata dal fatto che da alcuni anni i funzionari erano partiti alla conquista delle amministrazioni locali, doveva naturalmente esercitarsi contro i partiti classici e contro tutte le forze fedeli al regime della Quarta Repubblica. I funzionari non erano antidemocratici, non aderivano allo sciovinismo oltranzista dei reduci e dei gollisti o alla reazione involutiva del poujadismo: erano su posizioni opposte. Avevano idee, programmi, erano consapevoli delle vere necessità del paese. Ma non credevano che le loro aspirazioni potessero realizzarsi in un regime parlamentare puro. Fondamentalmente apolitici, abbacinati dalla religione dell' «efficiente», essi furono subito con De Gaulle e misero il loro dinamismo e tutto il peso della loro influenza al servizio dell'UNR. I dise- [26] Bibliotecaginobianco

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