Nord e Sud - anno VI - n. 52 - marzo 1959

i loro nemici diretti. La crisi toccava anche le città: in primo luogo perchè affluivano nelle città i transfughi delle campagne e poi perchè il piccolo commercio si trovava ancor più a diretto confronto coi grandi magazzini e doveva, maggiormente, subire la legge spietata di organizzazioni corporative di grossisti e mediatori capaci di condizionare tutta l'attività economica del paese. Le vittime di questa crisi profonda e diffusa avevano costituito, fino al sorgere del poujadismo, un serio ostacolo al proselitismo ultranazionalista dei reduci e delle sezioni golliste: i «piccoli» vedevano, se mai, la loro salvezza a sinistra, essi erano decisamente contro un raflorzan1ento della destra. In questo senso Poujade costituì l'elemento di rottura insostituibiìe di una situazione che avrebbe potuto prolungarsi indefinitamente e che, si pensava, avrebbe potuto, al massimo, convogliare verso il PCF masse di piccoli borghesi. sì da sterilizzarlo e sproletarizzarlo. Pujade sottrasse le vittime della crisi a una scelta politica che, tutto sommato, appariva int,- tile e sarebbe stata, per la difesa dei loro interessi, del tutto sterile. Poujade propose il metodo di pressione extraparlamentare, realizzò l'appello alla piazza, dette alla provincia agricola e ai piccoli bottegai delle città la coscienza dell'immobilismo accentratore di Parigi, capitale divorante, e provocò la rivolta contro l'invincibile permanenza al potere degli stessi uomini. Rese infine evidente agli occhi delle masse diseredate l'estrema concretezza dell'azione politica extraparlamentare: potè così facilmente mobilitarle per una immediata e diretta difesa dei loro interessi minacciati. E solo da un appello siffatto poteva partire un movimento di protesta che avrebbe dovuto risolversi, alla fine, in un'azione politica. In una Francia stanca, assente, scoraggiata, Poujade poteva riunire, per un comizio tenuto al Parco dei Principi nell'ottobre del '55, trecentomila persone. Così l'apoliticismo protestatario, di carattere rivendicativo, del poujadismo si trovò naturalmente alleato al sovversivismo dei reduci e all'ostilit~l sistematica dei nuclei gollisti al << sistema». In questa congiunzione er,1 fatale che Pou jade conservasse la sensazione di dirigere il movimento, che egli cercava disperatamente· di mantenere fedeie al corporativismo iniziale, benchè, invece, il reducismo assumesse man mano sempre maggiore importanza presentandosi come -l'elemento più spregiudicato e più attivo e i « reseaux >> gollisti si assicurassero praticamente la direzione politica. 120.1 Bibliotecaginobianco

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