Nord e Sud - anno VI - n. 52 - marzo 1959

proiezione nella vita civile della· metropoli delle dottrine· e delle aspirazioni di cui il famoso colonnello Lacheroy è il teorico più autorevole e che un.'apposita sc_µola a Parigi approfondisce in maniera sistematica. Se non c'è stato però un contatto organico tra l'esercito e le associazioni_ combattentistiche c'è stato un certo automatismo per il quale i reduci, e specialmente i reduci dell'Algeria e dell'Indocina, rimanevano praticamente a disposizione dell'esercito e delle forze politiche che, attraverso una qualsiasi evenienza, si fossero trovate alleate all'esercito. Questo era il caso, dopo il 13 maggio e alla vigilia delle elezioni legislative, dell'UNR. Ma il reducismo, sia pure forte di tredici anni di guerre coloniali, non spiega, da solo, nè la nascita dell'UNR, nè il suo successo. Le elezioni del 2 gennaio del 1956 rivelarono, sorprendendo tutti gli osservatori e smentendo le previsioni- dei prefetti, l'importanza del poujadismo che, forte di 2 milioni e mezzo di voti, accedeva alla Camera .con cinquanta deputati. Per la verità, non avrebbe dovuto esserci sorpresa: Poujade aveva creato il proptio movimento due anni prima e si era rafforzato conquis_tando una dopo l'altra le Came~e di commercio,' le Asso.- ciazioni di commercianti, le cariche elettive degli enti .artigianali e agricoli. Anche le Camere di commercio di Parigi, Nizza, Lione, Marsiglia, Montpellier, Sens, Bordeaux erano state conquistate con una facilità stupefacente. Erano state quasi prese d'assalto. La piccola borghesia_dei bottegai e degli artigiani tartassati dalle tasse riusciva a scacciare dalle leve di controllo la borghesia grande e media dei monopoli commerciali e dei grandi magazzini. Questo fenomeno avrebbe dovuto lasciare prevedere il successo di Poujade. Ma, per prevederlo, sarebbe stato necessario avere la consapevolezza di quel che stava effettivamente accadendo in Francia: era in corso la rivolta contro le caste dirigenti, nell'ambito dei mestieri e delle corporazioni come nelle strutture politiche, e nessuno lo sospettava. Così si ritenne che il poujadismo fosse un fenomeno circoscritto a confuse rivendicazioni di categoria con manifestazioni politiche puramente accidentali. Alla vigilia delle elezioni del 1956 si era rimasti, cioè, a ritenere il poujadismo ancora fermo alle posizioni primitive: apolitico e anti- [15] Bibliotecaginobianco

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