sata avventura se non quelli lasciati dàlla incauta sparatoria di Max, scalfitture e rimbombi che non scendono nell'anima dei protagonisti. Una chiusura che .in passato lo scrittore avrebbe ben diversamente strutturata). Persone senza vigore, ossessionate dal- !' atto sessuale come ultimo e decisivo scopo Jella vita, donne infedeli, ragazzi impotenti, uomini sessualmente ben dotati, cedimenti alle « insidie· dei sensi » da fare invidia alla letteratura d'appendice di vent'anni fa e persino qualche invertito che compare sulla scena senza alcuna ragione se non per spiegare, con la sua opera pervert1tnce, i successivi complessi di uno dei ragazzi, Max. Una galleria davvero squallida, in coi sono tuttavia alcune eccezioni (Guido, il giovane che rende donna Sergia, visto nel momento delle sue prime esperienze, sullo sfondo di Trieste di trent'anni fa, e la figura di Saba affettuosamente realizzata) ma in cui l'autore ha la ingiusta pretesa di vedere rappre• sentata la società triestina dell'immediato anteguerra. Ed è questo un altro grave limite del libro, il volerci dare, cioè, una pagina di << storia italiana » ( quasi che già non fossero di troppo quelle di Pratolini nel Metello e di Moravia nella Ciociara), genere come pochi altri non consentaneo al Quarantotti Gambini. Una pagina di storia peraltro confusa e senza speranze, dal momento che Sergia, Fredi e Max i tre ragazzi protagonisti, non sono davvero, per il loro carattere - tutto voglie e intima fiacchezza - diversi dai «vecchi», dai rappresentanti tipici della società triestina che Quarantotti Gambini dipinge. E l'episodio si chiude torbidamente e senza consapevolezza, senza che i tre ragazzi - rivelatisi a sè stessi nell'avventura sulla selvaggia isola adriatica - sentano il sopraggiungere di un tempo nuovo e di\'crso (com'era invece accaduto in quasi tutti i precedenti libri dello scrittore, specie ne « L'onda dell'incrociatore >> che si chiudeva con un dramma che avrebbe dolorosamente cambiato i protagonisti, e ne << Il cavallo Tripoli» in cui il trapasso da una stagione all'altra era visto gioiosamente sull'onda delle bandiere e della festa). È davvero il caso di auspicare che << La calda vita» sia una parentesi, uno sfogo di tutti gli umori negativi dello scrittore e che l'ispiraziòne dei prossimi lavori di Quarantotti Gambini torni ad essere limpida e serena. Forse allora potremo anch~ Yedere il presente libro in una luce più favorevole, come momento necessario, e in definitiva utile, per liberare, compiutamente, il talento reale e l'intima e vera vacazione di uno scrittore. ENNIO CECCARINI Dir. Reap,1 F. Compagna • Segr. Redaz,1 R, Cappa • Stampai Archetiposrafia di Milano S.p.a, • Viale Umbria. 54 Spe4lbieae io abbonamento posiate, Gruppo lll - Pabblieazioae N"gistrata pre!l80 il Tribunale di Milano N, 35'6, 8 nonmbre 1954 - Prinleil io ltaly - Tatti diritti di propnetà letteraria ed arti,tica rieeffati manoterilti anche ee aoo pablllicati non si reatituieeono. Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==